“Austu e riustu è capu di ‘mmernu”: ecco perché in Sicilia agosto segna già l’inizio dell’inverno
“Austu e riustu è capu di ‘mmernu": il proverbio siciliano che ancora oggi fa discutere tra storia, tradizione e saggezza popolare. Ecco perché

Il detto siciliano “Austu e riustu è capu di ‘mmernu” è uno di quei modi di dire che ancora oggi si tramandano nelle conversazioni quotidiane tra siciliani. Nonostante ad agosto in Sicilia le temperature restino torride, infatti, questo mese segna una svolta: le giornate iniziano ad accorciarsi, i primi acquazzoni interrompono il caldo e nell’aria si avverte un cambiamento. Per questo motivo il proverbio non si riferisce tanto all’inverno vero e proprio, quanto al periodo di transizione che porta verso settembre e che, nella mentalità contadina, rappresentava già l’avvio della stagione fredda.
Origini storiche e tradizioni popolari
L’origine del detto va cercata nella saggezza popolare e nel particolare modo in cui i siciliani dividevano l’anno. Nel passato infatti, non si parlava di quattro stagioni, ma di due, l’astati (estate) e lu mmernu (inverno) e l’autunno era descritto con frasi come “quannu arrifrisca lu tempu”, mentre la primavera era chiamata “a lu tempu di li mali vistuti”, quando il tempo incerto non faceva mai sapere come vestirsi. Fino al XVII secolo, in Sicilia l’anno “ufficiale” iniziava proprio a settembre, quando scadevano contratti agricoli, affitti e convenzioni, e le famiglie si spostavano o rinnovavano i loro impegni e anche per questo, agosto segnava davvero una fine e settembre un nuovo inizio.
Il significato del proverbio
Quando i nonni e gli avi dicevano “Austu e riustu è capu di ‘mmernu”, non intendevano parlare di gelo e neve, ma di un passaggio naturale: dal culmine della calura al tempo della raccolta, dalla piena estate al lavoro che prepara l’inverno. Il termine riustu richiama il fuoco che arrostisce, un agosto che brucia tutto prima di cedere il passo al fresco. Era un modo poetico per ricordare che la vita agricola e sociale non seguiva il calendario ufficiale, ma i cicli della natura. Ancora oggi questo proverbio conserva un fascino speciale, perché racconta il legame profondo tra la terra siciliana, le sue stagioni e la saggezza di chi l’ha abitata per secoli.