Un capolavoro che racconta una storia dimenticata, il tempio in Sicilia dalle curiosità incredibili

Scopri il Tempio di Selinunte: colonne doriche immense, misteri greci-punici e un porticciolo sommerso che sussurra leggende.

A cura di Paolo Privitera
01 settembre 2025 15:00
Un capolavoro che racconta una storia dimenticata, il tempio in Sicilia dalle curiosità incredibili - Foto: Matthias Süßen/Wikipedia
Foto: Matthias Süßen/Wikipedia
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I giganti dorici che si specchiano nel Mediterraneo

Il Tempio G di Selinunte, col suo peristilio imponente di 8 × 17 colonne, è una delle meraviglie più monumentali della Magna Grecia: alto quasi 30 m, lungo 113 m e largo 54 m, era incompiuto quando fu distrutto nel 409 a.C. dai Cartaginesi e oggi resta un colosso frammentario, tra il tufo e l’orizzonte marino, con una sola colonna ricostruita – “lu fusu di la vecchia” – a evocare la sua antica grandezza. Il mare lambisce le rovine, e l’orientamento verso est e verso ovest fa pensare che i Greci volessero celebrare il sorgere e tramontare del sole: un tempio ipetrale, forse aperto al cielo, un inno alla vita e all’infinito mare di Sicilia .

Colonne, miti e misteri perduti

Poco lontano, il Tempio C, datato intorno al 550 a.C., mostra 6 × 17 colonne doriche, alcune ricostruite nel Novecento dopo un restauro del 1929, mentre l’antico Tempio F – più raccolto – presenta strane chiusure in muratura tra le colonne: forse per proteggere i doni votivi o per mantenere segrete le cerimonie dionisiache al suo interno. In epoca punica, il mosaico con simboli fenici nel Tempio A testimonia una fusione culturale greco-punica, dove l’arte architettonica si contaminava con religioni antiche. Nelle vicine Cave di Cusa si notano colonne rimaste a metà lavorazione, destinate proprio a edifici come il Tempio G: una testimonianza tangibile di un’impresa sospesa, interrotta dall’invasione cartaginese.

Curiosità

Se visiti Selinunte al tramonto, l’aria diventa quasi dorata, e le colonne sembrano danzare sulla superficie del mare… ma il vero spettacolo avviene se ti immergi proprio lì: all’ingresso dal lato orientale, i resti sommersi del porticciolo greco sono ancora visibili. Pare che, tuffandosi tra le rovine sommerse, si possano toccare blocchi di tempio e camminare su mosaici millenari senza sapere se stai a piedi nudi su un sacro altare antico

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