Un capolavoro eclettico a Catania: il villino che incanta la città da oltre un secolo
Il Villino Citelli è un capolavoro eclettico in viale Regina Margherita, tra simboli e storia architettonica amata dai catanesi.

Un angolo gotico nel cuore di Catania
Nel centralissimo viale Regina Margherita, tra palazzi moderni e traffico urbano, si nasconde un gioiello architettonico che pochi catanesi conoscono davvero: il Villino Citelli. Questo edificio storico è uno dei migliori esempi di architettura eclettica del primo Novecento a Catania, e testimonia l’ambizione estetica di una classe borghese colta e raffinata.
Fu costruito nel 1912 per volere del barone Agostino De Citelli, su progetto dell’ingegnere Filippo Angemi, ed è oggi un raro esempio di stile neogotico e liberty siciliano, protetto dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.
Uno stile audace tra guglie, pinnacoli e mascheroni
Il Villino si distingue per l’apparato decorativo ricchissimo: pinnacoli, bifore, contrafforti, mascheroni, e una torretta ottagonale che richiama le architetture medievali del Nord Europa.
Il profilo dell’edificio è slanciato, asimmetrico e volutamente scenografico: una scelta architettonica in netta rottura con l’ambiente urbano catanese dell’epoca, dominato da barocco tardo e classicismo post-unitario. È considerato uno dei rari esempi di eclettismo “gotico-decadente” in Sicilia.
Simboli borghesi e spirito modernista
L’edificio rappresenta anche il gusto della borghesia etnea di inizio Novecento, proiettata verso il modernismo ma ancora ancorata ai simboli del potere e del prestigio aristocratico.
Le decorazioni floreali, i fregi geometrici e le maschere in pietra che ornano il prospetto suggeriscono una fusione tra liberty internazionale e richiami medievali, espressi in chiave personale dal progettista Angemi.
Storia recente e stato attuale del villino
Dopo essere stato residenza nobiliare, il Villino Citelli è rimasto a lungo in stato di abbandono, sebbene vincolato come bene monumentale. Negli anni 2000 è stato oggetto di attenzione mediatica e culturale, soprattutto da parte di appassionati di architettura che ne auspicano il recupero.
Non è attualmente visitabile, ma continua a essere un punto di riferimento per fotografi, architetti e curiosi, che spesso si fermano ad ammirarlo dall’esterno.