La strada che sale verso il cielo: costruita per l’Etna, ma nasconde un segreto che pochi conoscono

La SP 92 dell’Etna, la provinciale che porta al Rifugio Sapienza, attraversa un paesaggio unico e custodisce una curiosità poco nota.

27 novembre 2025 12:00
La strada che sale verso il cielo: costruita per l’Etna, ma nasconde un segreto che pochi conoscono - Foto: Ji-Elle/Wikipedia
Foto: Ji-Elle/Wikipedia
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Una strada sospesa tra terra e fuoco

La Strada Provinciale 92 dell’Etna non è una semplice arteria montana: è la via che accompagna l’uomo fin dentro il cuore del vulcano attivo più alto d’Europa.

Parte dalle campagne di Nicolosi e, dopo pochi chilometri, comincia a serpeggiare tra colate laviche antiche, pinete e distese di basalto. È l’unica strada che consente di raggiungere agevolmente il Rifugio Sapienza, a circa 1.910 metri di quota, dove termina la carreggiata e inizia il regno del cratere.

Il suo percorso, apparentemente lineare, è in realtà il frutto di decenni di adattamenti e ricostruzioni. L’Etna, con le sue eruzioni laterali, ha più volte distrutto tratti della SP 92, costringendo gli ingegneri a ripensarne la traiettoria. Ogni curva e ogni tornante nascondono quindi una storia di sfida continua fra l’uomo e la natura.

Salendo, il paesaggio muta rapidamente: i campi catanesi lasciano spazio a distese di lava nera, poi al bosco di pini e betulle dell’Etna, fino alle sabbie vulcaniche che precedono i Monti Silvestri. È una strada che sembra condurre fuori dal mondo, dove il silenzio e il vento sono interrotti solo dal rombo dei motori e dal respiro profondo del vulcano.

Il nastro d’asfalto più fragile di Sicilia

La SP 92 è considerata una delle strade più instabili d’Italia, non per difetti costruttivi, ma per il terreno vivo su cui poggia. Il suo tracciato si trova in piena zona di frattura meridionale dell’Etna, un’area attraversata da crepe, micro-sismicità e continue variazioni altimetriche dovute al movimento del fianco sud del vulcano.

Ogni eruzione, anche modesta, può coprire un tratto, alterare le pendenze o modificare la rete idrica superficiale. Eppure, nonostante queste condizioni estreme, la SP 92 viene costantemente ripristinata: è una arteria strategica per il turismo, per i vigili del fuoco e per la sorveglianza scientifica del vulcano.

Il suo asfalto attraversa località simboliche come Piano Bottara, Piano Vetore, la zona del Parco dell’Etna e termina di fronte al Rifugio Sapienza, dove i visitatori possono proseguire con la funivia o con i mezzi fuoristrada fino ai crateri sommitali.

Percorrerla è come leggere un libro geologico: ogni tratto mostra colate di epoche diverse, dai flussi del Seicento alle più recenti eruzioni del Duemila, una cronologia incisa nella pietra lavica.

Pochi sanno che la SP 92 dell’Etna non è solo una via d’accesso turistica: è anche uno strumento di ricerca scientifica. Lungo il suo tracciato sono installati sensori geodetici e sismici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che registrano in tempo reale i movimenti del fianco sud del vulcano. In altre parole, questa strada non collega solo Catania alla montagna, ma l’uomo al respiro stesso dell’Etna.

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