La creazione dorata dietro una facciata che guarda il mare di Catania: ci passi ogni giorno davanti

Nel cuore di Catania, una chiesa affacciata sul mare racconta la città tra fede, architettura e storia dimenticata.

20 dicembre 2025 21:00
La creazione dorata dietro una facciata che guarda il mare di Catania: ci passi ogni giorno davanti - Foto: giggel/Wikipedia
Foto: giggel/Wikipedia
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Un’eleganza che non alza la voce

In pieno centro, quasi nascosta tra i palazzi barocchi e il traffico del porto, la Chiesa di San Placido non cerca attenzione. Non ne ha bisogno.
La sua facciata, chiara e ordinata, si apre su via Vittorio Emanuele II e guarda, con discrezione, verso il mare. È una presenza che sembra quieta, ma dietro quella calma c’è una storia di crolli, ricostruzioni e rinascite che attraversa i secoli di Catania.

La prima costruzione risale al XIII secolo, accanto a un monastero benedettino dove le monache vivevano in clausura. Tutto cambiò con il terremoto del 1693, che rase al suolo gran parte della città. Anche San Placido crollò. Ma quando Catania decise di rialzarsi, questa chiesa fu una delle prime a rinascere.

Il nuovo edificio, completato nel 1709, porta la firma di Stefano Ittar e di Giovanni Battista Vaccarini, due nomi che hanno lasciato un segno forte nell’immagine barocca della città. La facciata, in pietra bianca di Comiso e lava nera etnea, gioca sui contrasti: colonne snelle, nicchie eleganti, balconi leggeri come merletti.

All’interno, la luce scende morbida dalle finestre laterali e si ferma sulle decorazioni dorate dell’altare maggiore. Ogni dettaglio — le volte, i marmi, le tele — racconta la pazienza di una ricostruzione fatta a mano, pietra dopo pietra, con un rispetto quasi devoto per la bellezza.

L’anima nascosta dietro il portale

Entrando, l’atmosfera cambia. C’è un silenzio che non è assenza, ma memoria.
Le navate si stringono in un abbraccio di stucchi e colonne, e il profumo della cera si mescola a quello della pietra antica. Sul fondo, il presbiterio conserva tele che raffigurano la vita di San Placido, monaco benedettino vissuto tra il V e il VI secolo, considerato uno dei primi discepoli di San Benedetto da Norcia.

Una di queste tele mostra il santo mentre placa una tempesta in mare: un’immagine che a Catania non può che avere un significato profondo.
La città e il mare vivono insieme, si guardano, si sfidano. E questa chiesa, costruita quasi sul confine tra terra e acqua, è da secoli il simbolo di quella convivenza fragile ma necessaria.

Camminando lungo il sagrato, si può ancora sentire il respiro della storia barocca, mescolato al rumore delle onde e al richiamo delle sirene del porto.
Non è un luogo di turismo rumoroso, ma uno spazio dove il tempo rallenta, dove tutto sembra restare sospeso tra il cielo e la pietra.

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