UE: Coldiretti vince battaglia sulla trasparenza degli alimenti
Coldiretti esulta per l'approvazione dell'obbligo di indicare l'origine della frutta su succhi e marmellate da parte del Parlamento Europeo.
Il Parlamento Europeo ha dato il via libera all’obbligo di indicare la provenienza della frutta utilizzata in succhi, marmellate e miele, rendendo le etichette più trasparenti per i consumatori. Secondo il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, questa decisione è il risultato di una lunga battaglia per la trasparenza dell’informazione ai consumatori e risponde alle esigenze dell’86% degli italiani che reputa importante conoscere la provenienza dei prodotti alimentari che acquista. Questo obiettivo è importante per la salute, l’economia, l’occupazione e l’ambiente, soprattutto per l’Italia, che è il secondo produttore europeo di frutta ma ha visto la scomparsa di numerose produzioni a causa delle importazioni di oltre 100 milioni di piante di frutta fresca negli ultimi quindici anni.
La Coldiretti sottolinea che le importazioni di frutta a basso costo da destinare alla trasformazione industriale in succhi e marmellate dall’estero favoriscono un trend pericoloso, poiché spesso non vengono rispettati gli stessi criteri in termini di rispetto dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza alimentare.
Questa decisione rappresenta una svolta iniziata nel 2000 con l’obbligo di indicare la provenienza della carne bovina consumata, estendendosi successivamente ad altri prodotti come il latte, la passata di pomodoro, i formaggi, i salumi, il riso e la pasta. A partire dal 1 gennaio 2025, l’obbligo si estenderà anche alla frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole, agrumi secchi, fichi secchi, uva secca, funghi non coltivati e zafferano. Resta ancora anonima la provenienza del grano impiegato nel pane, nella farina, nei dolci e nei biscotti e degli ingredienti utilizzati nei gelati.
Secondo il presidente della Coldiretti, questa decisione è il risultato della sensibilità dimostrata dagli Eurodeputati, ma ora dovrà essere difesa al trilogo tra Commissione, Parlamento e Consiglio.