Audizione in Commissione Affari Istituzionali: ANCI Sicilia esprime le proprie posizioni sul Disegno di Legge “Norme in materia di enti locali”

L'ANCI Sicilia è stata audita in Commissione Affari Istituzionali sull'importante Disegno di Legge per la trasformazione del Fondo perequativo destinato alle Autonomie, con proposte di riforma dei criteri di erogazione.

A cura di Redazione
31 gennaio 2024 14:09
Audizione in Commissione Affari Istituzionali: ANCI Sicilia esprime le proprie posizioni sul Disegno di Legge “Norme in materia di enti locali”
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L’ANCI Sicilia è stata audita, stamattina, in Commissione Affari Istituzionali all’ARS sui contenuti del Disegno di Legge n. 105-230-331 contenente “Norme in materia di Enti locali”. Erano presenti all’incontro oltre al presidente Paolo Amenta, il vice presidente Leonardo Spera, insieme con Domenico Venuti e Matteo Cocchiara, rispettivamente presidenti di ALI e ASAEL Sicilia.

Durante l’audizione, i vertici delle Associazioni degli Enti locali siciliani hanno dichiarato la necessità di una riforma dei criteri di erogazione e una trasformazione del Fondo da destinare alle Autonomie in Fondo perequativo. I trasferimenti dovranno essere commisurati ai reali fabbisogni dei Comuni siciliani attraverso un sistema di perequazione che tenga conto delle fragilità finanziaria di ciascun Ente.

Inoltre, i rappresentanti delle Associazioni degli Enti locali siciliani hanno sottolineato l’importanza di avviare un processo di revisione dei criteri di erogazione attraverso un’intesa che andrà raggiunta in Conferenza Regione Autonomie locali e che terrà conto delle diverse necessità dei territori.

I vertici delle Associazioni degli Enti locali siciliani hanno espresso apprezzamento per l’inserimento, nel testo presentato dalla I Commissione, delle norme riguardanti la riforma dello status degli amministratori locali e la disciplina dei permessi, finalizzate a garantire il pieno esercizio delle funzioni di amministratore.

Infine, l’ANCI Sicilia ha dichiarato di essere assolutamente contrario all’annullamento totale della rappresentanza di genere nei comuni sotto i tremila abitanti e ha sottolineato l’importanza di mantenere la norma così com’è nel caso in cui non si riesca ad equiparare al 40% nazionale.

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