Operazione della Polizia di Stato contro mafia delle campagne: cinque misure cautelari in carcere

La Polizia di Stato di Agrigento esegue cinque misure cautelari in carcere contro la mafia delle campagne. Operazione coordinata dalla DDA di Palermo.

A cura di Redazione
04 giugno 2024 18:52
Operazione della Polizia di Stato contro mafia delle campagne: cinque misure cautelari in carcere
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La mattina odierna, la Polizia di Stato ha eseguito cinque misure cautelari in carcere nei confronti di cinque soggetti ritenuti responsabili di estorsione ed illecita concorrenza con minaccia o violenza. Due di loro erano già stati condannati in via definitiva per associazione mafiosa.

Le indagini condotte dalla SCO, dalla SISCO di Palermo e dalle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo hanno evidenziato il controllo illecito delle attività agro-pastorali nel territorio di Santa Margherita del Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia. Gli indagati avrebbero esercitato un incisivo controllo sull’economia agro-pastorale dell’area con metodi mafiosi.

I soggetti coinvolti, riconosciuti come esponenti di vertice del mandamento mafioso di Santa Margherita di Belice, avrebbero imposto il pascolo abusivo del bestiame su terreni agricoli, imponendo il pagamento di canoni irrisori o addirittura senza corrispondere alcun compenso.

Il controllo dei terreni agricoli avrebbe impedito la coltivazione di attività agricole collaterali che interferissero con il pascolo delle greggi, garantendo così un predominio su beni immobili altrui per massimizzare i profitti.

Le indagini hanno evidenziato anche episodi di danneggiamento ai danni dei proprietari che si opponevano al controllo mafioso del settore, con incendi, tagli alle colture e furti di bestiame. Alcune vittime hanno segnalato il furto delle derrate prodotte durante la trebbiatura.

Il provvedimento emesso dal G.I.P. di Palermo si basa su gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso delle indagini. Le piene responsabilità penali per i fatti saranno accertate in sede di giudizio.

L’operazione è stata coordinata dalla DDA di Palermo e ha permesso di smantellare una presunta mafia rurale che controllava le attività agro-pastorali in diverse località siciliane.

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