Da Napoli a Catania per truffare anziane: derubate anche delle fedi nunziali

Sembrerebbe che le due città non siano gemellate soltanto sportivamente. In trasferta da Napoli, due uomini hanno truffato due anziane derubandole anche dell’oggetto più prezioso per loro

A cura di redazionemd
24 ottobre 2024 22:35
Da Napoli a Catania per truffare anziane: derubate anche delle fedi nunziali
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Due uomini, uno di origine marocchina e l’altro sudamericana, si sono recati da Napoli a Catania con l’intento di raggirare due anziane vedove. Spacciandosi per persone che prospettavano pericoli imminenti ai loro familiari, i truffatori sono riusciti a convincere le vittime a consegnare una somma complessiva di 7 mila euro in contanti e una quantità considerevole di gioielli, tra cui le loro fedi nuziali.

Il tentativo di fuga

Dopo aver portato a termine i colpi, per un valore di circa 13 mila euro in denaro e preziosi, i truffatori hanno tentato di fuggire verso la Campania. Hanno noleggiato un’auto e si sono messi in viaggio sull’autostrada Catania-Messina. Tuttavia, il loro comportamento sospetto nei pressi del casello di San Gregorio ha attirato l’attenzione della Polizia Stradale.

L’arresto

Alla vista di una pattuglia, i due hanno cercato di invertire la marcia per evitare il controllo, ma la manovra è stata notata dai poliziotti della sottosezione di Giardini Naxos. Dopo un breve inseguimento, la polizia ha fermato il veicolo e, insospettita dalle spiegazioni fornite dai due uomini, ha eseguito un controllo accurato, rinvenendo denaro e gioielli di dubbia provenienza.

La risoluzione del caso

Portati negli uffici del Compartimento Polizia Stradale della Sicilia Orientale per ulteriori verifiche, gli agenti sono riusciti a risalire rapidamente ai due episodi di truffa e a identificare le vittime. Grazie all’intervento della polizia, le anziane hanno potuto recuperare quanto sottratto loro, compresi i gioielli personali di grande valore affettivo, come le fedi nuziali.

Conseguenze legali

I due malviventi sono stati arrestati con l’accusa di truffa aggravata plurima e, dopo gli accertamenti di rito, trasferiti nel carcere di Piazza Lanza a Catania.

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