23 FERMATI DAI CARABINIERI | La mafia di Cosa Nostra è più forte che mai?

Operazione antimafia in Sicilia: 23 arresti, traffico di droga e intimidazioni. Cosa nostra è ancora attiva. Scopri i dettagli! 🚔💼🔍

A cura di Redazione
17 dicembre 2024 10:24
23 FERMATI DAI CARABINIERI | La mafia di Cosa Nostra è più forte che mai?
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Aggressione alla mafia: 23 fermi in un’operazione dei Carabinieri nell’Agrigentino

All’alba di oggi, 17 dicembre 2024, una massiccia operazione dei Carabinieri ha portato al fermo di 23 persone nel territorio agrigentino, segno tangibile di una lotta incessante contro il crimine organizzato. L’iniziativa, coordinata dal Comando Provinciale di Agrigento e supportata dai comandi provinciali di Palermo, Trapani e Caltanissetta, ha avuto l’obiettivo di scongiurare una potenziale "guerra tra mafie".

Le operazioni si sono svolte in diverse località, tra cui Favara, Canicattì, Porto Empedocle e Santa Margherita Belice, e hanno portato alla luce le dinamiche di Cosa Nostra agrigentina, ancora attiva nonostante i ripetuti colpi subiti negli anni. I 23 fermati, tutti italiani, sono gravemente indiziati di appartenere all’organizzazione mafiosa e di fare parte di un’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti.

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento, sono durate oltre due anni e hanno avuto inizio nel dicembre del 2021. Esse hanno messo in evidenza l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata, con Fabrizio Messina e Pietro Capraro al vertice, i quali hanno mantenuto il controllo su un ampio raggio di attività illecite, nonostante le pesanti perdite subite.

Un aspetto particolarmente inquietante emerso dall’indagine riguarda il sistematico utilizzo di dispositivi telefonici da parte dei membri dell’organizzazione, anche durante i periodi di detenzione. Questo ha permesso loro di mantenere i contatti con i complici all’esterno e di impartire ordini, garantendo così la continuità delle operazioni illecite.

Dalle attività investigative sono emersi numerosi reati, tra cui estorsioni, incendi e danneggiamenti, tutti realizzati sfruttando la forza intimidatoria della mafia. Tra le azioni registrate, spiccano episodi come la costrizione di imprenditori locali ad assumere operai “di fiducia” e l’estorsione di denaro attraverso violenze e minacce.

Inoltre, l’organizzazione ha dimostrato di avere accesso a un significativo traffico di sostanze stupefacenti, stabilendo connessioni con gruppi criminali non solo in Sicilia, ma anche a livello internazionale, con collegamenti che si estendono fino in Belgio, Germania e Stati Uniti. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati oltre 100 kg di hashish e 6 kg di cocaina, insieme a 120.000 euro in contanti.

L’operazione, quindi, non è solo un colpo nei confronti di un’organizzazione mafiosa, ma rappresenta anche un intervento tempestivo per prevenire il verificarsi di una possibile escalation violenta tra bande rivali. Secondo gli inquirenti, si stava profilando il concreto rischio di una "guerra" di mafia a causa di conflitti territoriali e tentativi di predominio.

Dopo i fermi e le perquisizioni, tutti gli arrestati sono stati trasferiti nelle case circondariali della Sicilia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Con il fermo dei 23 indagati, si tenta di riportare stabilità e legalità in un territorio storicamente segnato dalla presenza della mafia, ribadendo ancora una volta l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta al crimine organizzato. La presunzione di innocenza rimane, ma il messaggio è chiaro: la mafia non ha più spazio nei nostri territori.

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