13 Carabinieri in azione | La mafia di Agrigento è più viva che mai?

Operazione antimafia a Agrigento: 13 indagati fermati per traffico di droga e atti intimidatori. Scopri i dettagli di questa importante azione! 🚔💼💥

A cura di Redazione
10 luglio 2025 12:29
13 Carabinieri in azione | La mafia di Agrigento è più viva che mai? -
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Fermo di 13 indagati per mafia in Agrigento: operazione dei Carabinieri

Agrigento, 10 luglio 2025 – All’alba di oggi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento hanno eseguito un’importante operazione che ha portato al fermo di 13 indagati, accusati di far parte di un’associazione di stampo mafioso. L’operazione ha coinvolto diverse località, tra cui Favara, Canicattì, Porto Empedocle e San Cataldo, e ha visto il supporto dei Nuclei Eliportato Cacciatori di Sicilia e dei Cinofili di Palermo e Nicolosi.

Gli arresti sono il risultato di indagini approfondite condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Agrigento, in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Le indagini, iniziate nel dicembre 2024, si sono concentrate sull’analisi dell’organizzazione criminale attiva nelle famiglie mafiose di Porto Empedocle e di Agrigento-Villaseta. A capo di queste famiglie, si trova il pregiudicato Fabrizio Messina (49 anni) e il 39enne Pietro Capraro.

La mattina di oggi, i Carabinieri hanno messo in atto vari fermi e perquisizioni, alcuni degli indagati erano già detenuti, mentre altri sono stati arrestati. Questi individui, tutti cittadini italiani, sono ritenuti gravemente indiziati di traffico di sostanze stupefacenti e di altri reati associabili al metodo mafioso.

Il provvedimento di fermo si inserisce in un contesto di continuità nelle operazioni di contrasto al fenomeno mafioso in Sicilia e dimostra che “cosa nostra” è tuttora attiva e ben strutturata, nonostante le numerose operazioni di polizia che hanno colpito l’organizzazione criminale negli ultimi anni.

Le indagini hanno rivelato un sistema di comunicazione sofisticato tra i detenuti e i membri dell’organizzazione. In particolare, è stato evidenziato l’uso di smartphone da parte di soggetti detenuti, che permettevano loro di mantenere i contatti con la criminalità attiva all’esterno, conservando quindi una significativa capacità di comando.

Particolare attenzione è stata data all’analisi dei dati estratti dallo smartphone di James Burgio, un indagato in carcere. La documentazione ha mostrato i suoi legami e la sua influenza all’interno della struttura mafiosa, evidenziando un traffico di cocaina e hashish.

Recentemente, altre operazioni hanno visto l’arresto di Cristian Terrana a Porto Empedocle, sorpreso con 506 grammi di cocaina e contante. Questi eventi indicano un controllo robusto sulle dinamiche criminali del territorio, con atti intimidatori e violenti perpetrati per estorcere denaro agli imprenditori locali.

Tra gli episodi più gravi, vanno segnalati colpi d’arma da fuoco e incendi dolosi, effettivamente utilizzati per mantenere il controllo operativo e intimidire i concorrenti nel traffico di stupefacenti. Le armi utilizzate, inclusi fucili mitragliatori AK-47, testimoniano il livello di violenza dell’organizzazione.

Tutti gli indagati saranno sottoposti a giudizio, e al momento possono contare sul principio della presunzione di innocenza. L’operazione rappresenta un passo significativo nella lotta contro la mafia in Sicilia, ma mette anche in luce la complessità e la resilienza delle reti mafiose locali. Le forze dell’ordine continueranno a monitorare e combattere le attività criminali nella regione, con l’obiettivo di riportare legalità e sicurezza.

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