Esami orali: l'Università di Messina svela quando si superano a colpo sicuro | Scopri perché l'orario può cambiare tutto!
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Esami orali: gli studenti più avvantaggiati a mezzogiorno secondo uno studio coordinato dall’Università di Messina
Un recente studio condotto da un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università di Messina in collaborazione con l’Università di Bologna e il Leibniz Research Centre for Working Environment and Human Factors di Dortmund, ha rivelato che il momento della giornata in cui si svolge un esame orale può influenzare in modo significativo il suo esito. La ricerca, pubblicata sulla rivista Frontiers in Psychology, ha analizzato oltre 100.000 esami universitari, rivelando che gli studenti ottengono risultati migliori a metà giornata.
L’analisi ha dimostrato che gli studenti hanno maggiori probabilità di superare gli esami in tarda mattinata, intorno a mezzogiorno, mentre le probabilità di insuccesso aumentano se l’esame si svolge prima delle 9:00 o dopo le 15:00. Il professor Carmelo Mario Vicario, direttore del Laboratorio di Neuroscienze Cognitive e Sociali dell’Università di Messina, ha affermato: “Abbiamo dimostrato che i risultati degli esami variano sistematicamente nell’arco della giornata”.
Ritmi biologici e performance
I risultati della ricerca suggeriscono che questi andamenti sono legati ai ritmi fisiologici che regolano la vigilanza e la stanchezza mentale. Un fenomeno analogo è già stato osservato in altri ambiti, come quello giudiziario, dove i magistrati tendono a prendere decisioni più favorevoli dopo le pause. Vicario ha aggiunto: “Sarebbe interessante indagare se anche le decisioni di assunzione variano in base all’orario della giornata.”
Lo studio ha esaminato in dettaglio 104.552 esami orali, svolti tra ottobre 2018 e febbraio 2020, con una considerazione particolare per la difficile misurazione dei crediti universitari. I risultati mostrano una curva a campana, con il tasso di superamento più elevato attorno alle ore 12:00, mentre le probabilità di successo diminuiscono nettamente nelle fasce orarie più critiche.
Implicazioni per le valutazioni
Alessio Avenanti, professore dell’Università di Bologna e co-autore senior dello studio, ha sottolineato l’importanza di questi risultati, affermando: “Sottolineano come i ritmi biologici possano influenzare in modo sottile ma significativo l’esito di valutazioni cruciali.” È emerso che il calo delle performance nel pomeriggio potrebbe refletere una “fatica decisionale” per i docenti, con possibilità di disallineamento tra il cronotipo degli studenti e quello degli esaminatori al mattino presto.
Raccomandazioni per gli studenti e le università
Per attenuare gli effetti negativi legati all’orario degli esami, i ricercatori suggeriscono diverse strategie. Tra queste, evitare di programmare gli esami in momenti di “basso rendimento”, garantire una buona qualità del sonno, fare pause mentali prima delle prove e ripensare la programmazione degli esami, privilegiando la tarda mattinata per le valutazioni più critiche.
Massimo Mucciardi, professore associato di Statistica Sociale e co-autore senior, ha concluso con un invito a futuri studi. “Servono ulteriori ricerche, anche con misure fisiologiche e comportamentali, per chiarire i meccanismi alla base di questo effetto.”
Queste scoperte rappresentano un passo importante verso una maggiore equità nelle valutazioni accademiche, dimostrando come fattori apparentemente innocui come l’orario possano avere un impatto significativo sulle performance degli studenti.