I turisti sono meravigliati | La Cattedrale di San Lorenzo a Trapani racconta qualcosa di sbalorditivo

Scopri la cattedrale barocca di San Lorenzo a Trapani: storia secolare, capolavori d’arte e un Van Dyck nascosto che ti lascerà senza fiato.

A cura di Paolo Privitera
17 luglio 2025 18:00
I turisti sono meravigliati | La Cattedrale di San Lorenzo a Trapani racconta qualcosa di sbalorditivo - Foto: Mboesch/Wikipedia
Foto: Mboesch/Wikipedia
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Un gigante di pietra nato nel medioevo e rifinito dai maestri del barocco

Costruita come semplice chiesa nel 1421 per volontà di Alfonso V d’Aragona, la cattedrale fu più volte ampliata fino a prendere, nel XVIII secolo, l’impronta spettacolare che ammiri oggi. La facciata, ridisegnata dall’architetto Giovanni Biagio Amico nel 1748, fonde archi a tutto sesto, lesene ioniche e un campanile con maioliche policrome: un sipario scenografico che introduce a tre navate sorrette da colonne tuscaniche, cupola a tamburo quadrato e volta a botte che inonda l’interno di luce. Nel 1844, quando Gregorio XVI elevò Trapani a diocesi, San Lorenzo divenne ufficialmente cattedrale, sigillando il suo ruolo di cuore spirituale della città. Oggi, dopo restauri protratti fino agli anni ’90, l’edificio è tutelato come monumento nazionale e continua a dominare il centro storico con la sua eleganza sobria ma imponente.

Tesori nascosti: stucchi, marmi policromi e altari che raccontano epoche diverse

Entrando, resti travolto da una “pioggia” di stucchi neoclassici (1794) che incorniciano affreschi di Vincenzo Manno, mentre altari laterali mostrano pale di Giuseppe Felici, Domenico La Bruna e sculture gaginesche del XVI secolo. L’altare maggiore barocco, con tribuna e organo monumentale, fu completato grazie alla “Fabbrica del Duomo” istituita nel 1788 per finanziare i lavori. Fra i dettagli più curiosi spicca la cancellata bronzea di Ennio Tesei (1990), esempio di restauro contemporaneo integrato con rispetto nella struttura seicentesca. Ogni cappella è un piccolo museo: dall’Adorazione dei Pastori di Geronimo Gerardi al San Giorgio di Andrea Carreca, un percorso che abbraccia quattro secoli di arte trapanese e internazionale.

Curiosità: il “crocifisso segreto” di van Dyck che pochi conoscono

Pochi sanno che tra gli stucchi si cela una rarità assoluta: una “Crocifissione” di Antoon van Dyck (1640 ca.), spedita via nave in Sicilia dopo il soggiorno del pittore fiammingo sull’isola (1624-25). L’opera, nascosta nella Cappella del Crocifisso, fu riscoperta e attribuita definitivamente nel Novecento, diventando meta di studiosi e appassionati che cercano in San Lorenzo l’unico Van Dyck conservato in una cattedrale siciliana. La tela, segnata da tonalità drammatiche tipiche del maestro, contrasta con l’opulenza barocca circostante e aggiunge alla visita un ulteriore motivo di stupore.

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