Lo chiamano il "giardino dei mostri vegetali" | Perché l’Orto Botanico di Palermo è il più bizzarro d’Europa
Scopri l'Orto Botanico di Palermo, un luogo unico al mondo tra piante carnivore, alberi giganti e misteriose specie tropicali.

Il cuore verde più antico di Palermo
Nel cuore pulsante di Palermo, affacciato sul mare, esiste un luogo fuori dal tempo. È l’Orto Botanico, fondato nel 1789, anno della Rivoluzione Francese, ma qui a cambiare fu la scienza: questo non era solo un giardino, ma un vero e proprio laboratorio vivente, che oggi conta oltre 12.000 specie vegetali provenienti da ogni angolo del pianeta.
Il suo obiettivo? Decifrare la natura, sperimentarla, dominarla.
Dove crescono i giganti
Appena entrati, a colpire è il Ficus macrophylla, noto come "l’albero mangia uomini" per le sue radici aeree che si diramano come tentacoli e avvolgono tutto ciò che trovano. Questo mostro verde può superare i 30 metri e sembra uscito da un film fantasy. I palermitani lo chiamano "u ficu ranni", ed è diventato un simbolo del giardino.
Non è l’unico gigante: la sequoia, l’albero bottiglia australiano e la Dracaena draco delle Canarie contribuiscono a dare all’Orto un aspetto da giungla aliena.
Esperimenti folli e piante che mangiano
Ma l’Orto Botanico di Palermo non è solo bello, è anche inquietante. All’interno delle sue 13 serre, si trovano piante carnivore, capaci di intrappolare insetti e piccoli animali con foglie trasformate in trappole. È uno degli unici orti italiani a ospitarne un’intera collezione viva, come le Dionaea muscipula e le Nepenthes tropicali.
Qui la natura si trasforma in predatrice. Per alcuni botanici dell’Ottocento, queste piante erano “la dimostrazione che la natura non ha morale”.
Il Padiglione della Meraviglia
All’interno del “Gymnasium”, una palazzina neoclassica, si svolgevano le lezioni di botanica e medicina nel XIX secolo. Oggi ospita esposizioni di semi rari, erbari storici e oggetti botanici misteriosi, come le “pietre vegetali”, semi fossili raccolti nel deserto del Sahara.
Qui ogni cassetto racconta una storia dimenticata, ed è possibile vedere strumenti di studio dell’800 ancora intatti.
Piante con passaporto
Grazie alla sua posizione e al clima di Palermo, l’Orto è diventato un crocevia botanico mondiale. Ospita piante provenienti da America, Africa, Asia e Oceania, adattate e studiate qui per la prima volta in Europa.
Tra queste spiccano la Papaya, il caffè arabico, il bambù gigante e il Baobab africano, tutti acclimatati a Palermo in epoche in cui nessun altro giardino europeo riusciva a farli sopravvivere.
Palermo e la botanica rivoluzionaria
L’Orto fu voluto dal viceré Caracciolo e dal prof. Bernadino da Ucria, considerati i padri della botanica siciliana moderna. Sotto il dominio borbonico, Palermo diventò un polo scientifico d’avanguardia, e l’Orto il suo fiore all’occhiello.
Fu il primo orto pubblico d’Italia a catalogare le piante con la nomenclatura linneana, anticipando anche strutture più blasonate come Kew Gardens a Londra.
Oggi: una selva da esplorare
L’Orto Botanico è ancora oggi uno dei più visitati della città, specialmente da chi cerca un’esperienza fuori dal turismo convenzionale.
Le sue atmosfere sospese, i sentieri che si intrecciano come labirinti verdi e i silenzi interrotti solo dal fruscio delle palme e dal canto degli uccelli tropicali lo rendono una delle esperienze più immersive di Palermo.
Curiosità: l’Orto Botanico nei film e nei romanzi
Pochi sanno che l’Orto Botanico è stato location cinematografica per vari film, tra cui Il Gattopardo di Luchino Visconti.
Inoltre, lo scrittore Gesualdo Bufalino scrisse che “se i pensieri avessero foglie, crescerebbero qui”.
Una delle palme più antiche fu piantata da un esploratore sopravvissuto a un naufragio nel 1836. Ancora oggi, porta una targa misteriosa con solo le iniziali “E.R.”