Un angolo dimenticato di Palermo: Castelbuono e l'avvincente storia che tutti devono conoscere

Scopri Castelbuono, il borgo della manna miracolosa e il Castello Ventimiglia: storia, sapori, miracoli e legami con Palermo.

A cura di Paolo Privitera
26 luglio 2025 21:00
Un angolo dimenticato di Palermo: Castelbuono e l'avvincente storia che tutti devono conoscere - Foto: LigaDue/Wikipedia
Foto: LigaDue/Wikipedia
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Il borgo che custodisce un dono “divino”

Castelbuono, gioiello medievale incastonato nel Parco delle Madonie, è celebre soprattutto per la sua manna, una linfa pregiata estratta dai frassini locali. Fin dall’epoca greco-romana, ma con la definitiva consacrazione durante il dominio arabo, la manna è considerata un miracolo naturale: un dolcificante e rimedio naturale che scorre lentamente dagli alberi tra luglio e settembre, testimoniando un legame profondo tra terra, storia e tradizione.

Ancora oggi, Castelbuono è uno dei pochissimi luoghi al mondo dove si produce la manna secondo l’arte antica dei “nnacculuori”: gli esperti incisi sulla corteccia del frassino ornus per farne colare la preziosa linfa. Si tratta di un atto di fede quotidiana, una cura ancestrale tramandata di padre in figlio, che conferisce alla manna di Castelbuono un’aura quasi sacra, tanto da essere riconosciuta Patrimonio Immateriale della Regione e Presidio Slow Food.

Quando il Castello Ventimiglia diventa teatro di potere e tradizione

Dominato dal Castello dei Ventimiglia, eretto nel 1316 su volere di Francesco I, Castelbuono è una cittadina forte e raffinata. Il castello – con le sue torri quadrate e la torre rotonda – fonde stili arabici, normanni e svevi, con un’estetica monumentale che incanta i palermitani e i turisti.

All’interno si trova la celebre Cappella Palatina di Sant’Anna, addobbata dagli stucchi dei Serpotta e custode del teschio-reliquiario di Sant’Anna, patrona del borgo. Una reliquia trafugata nel 1605 e ritornata a Castelbuono nel 1615, che viene celebrata ogni anno nella suggestiva Festa di Sant’Anna tra il 17 e il 27 luglio.

Manna, economia locale e legami con Palermo

Storicamente, la manna ha rappresentato la colonna portante dell’economia locale, con esportazioni verso Palermo e oltre. Nella seconda metà dell’Ottocento, Castelbuono divenne “capitale della manna”, esportando via mare e via terra verso il capoluogo e contribuendo a stabilire legami economici e culturali duraturi.

Ancora oggi, chef palermitani adottano la manna per ricette gourmet; a Castelbuono, la rinnovata economia intorno alla manna ha generato turismo rurale, workshop e nuove speranze per i giovani del borgo .

Curiosità:

Castelbuono è attraversato da storie millenarie legate a un prodotto naturale diventato simbolo di resilienza comunitaria. Tra luglio e settembre, i frassinicoltori – chiamati comunemente “nnaccalluori” – si alzano all’alba per incidere la corteccia del frassino da manna (Fraxinus ornus). I tagli, accuratamente eseguiti, permettono alla linfa di gocciolare, diminuendo giorno dopo giorno fino a formare un “cannolo bianco”, dolce e cristallino. Ogni persona del borgo ha una postazione riservata, come un altarino: la raccolta è un rito silenzioso, che inizia quando ancora l’aria profuma di rugiada.

La linfa viene poi raccolta, disidratata e venduta a prezzi elevati — intorno ai 200 €/kg — testimonianza dell’alto valore gastronomico e farmacologico riconosciuto a livello globale. Ma la manna è molto più di un semplice dolcificante: è usata come rimedio naturale per la tosse e la stitichezza, ha proprietà espettoranti e viene consumata persino in passato come dolce pasquale o offerta liturgica durante la Festa di Sant’Anna.

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