Un cambiamento che non ti aspetti | La metamorfosi dei Cantieri Culturali alla Zisa

Da zona industriale dimenticata a cuore pulsante della cultura di Palermo: scopri la rinascita dei Cantieri culturali alla Zisa.

A cura di Paolo Privitera
24 luglio 2025 12:00
Un cambiamento che non ti aspetti  | La metamorfosi dei Cantieri Culturali alla Zisa - Foto: Bjs/Wikipedia
Foto: Bjs/Wikipedia
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Dalla fatica delle fabbriche alla visione del futuro

Nel cuore del quartiere Zisa di Palermo, a due passi dal celebre castello arabo-normanno, sorge un complesso che incarna una delle più straordinarie metamorfosi urbane della città: i Cantieri culturali alla Zisa. Un tempo sede delle Officine Ducrot, fiorenti stabilimenti nati a fine Ottocento e specializzati nella produzione di mobili e carrozze ferroviarie in stile Liberty, l’area ha vissuto momenti di grande splendore industriale. Fondata nel 1902 dal tedesco Ignazio Florio (sì, quello dei Florio), la Ducrot rappresentava l'eccellenza artigianale siciliana, esportando in tutta Europa e impiegando centinaia di operai palermitani.

Tuttavia, col passare dei decenni, l’industrializzazione si spostò altrove e la zona venne gradualmente abbandonata e dimenticata. I capannoni si svuotarono, il quartiere si spense e la Zisa divenne uno dei tanti simboli della Palermo che fu. Ma la storia aveva in serbo un nuovo capitolo.

Il riscatto urbano attraverso la cultura

A partire dagli anni ’90, il Comune di Palermo iniziò un progetto coraggioso: trasformare quegli spazi dismessi in un polo culturale permanente. Nacquero così i Cantieri culturali alla Zisa, un laboratorio creativo e sociale che negli anni ha saputo attrarre artisti, intellettuali, compagnie teatrali e giovani designer. Oggi, i Cantieri ospitano realtà come il Centro Sperimentale di Cinematografia, l’Institut Français, l’Accademia di Belle Arti e numerose associazioni artistiche locali.

Il fascino del luogo risiede anche nel suo aspetto industriale originario: grandi hangar, travi in acciaio, cortili aperti e officine restaurate che fungono da spazi espositivi, teatri, laboratori fotografici e centri di formazione. Passeggiare qui significa entrare in contatto con una Palermo che produce cultura, scambio, idee e bellezza, proprio dove un tempo si forgiavano bulloni e lamiere.

Una rinascita che ha coinvolto i palermitani

Quella dei Cantieri non è solo una storia architettonica, ma soprattutto una storia umana e collettiva. Grazie alla sinergia tra Comune, associazioni e cittadini, la zona è stata restituita alla città. Sono nati festival, rassegne di teatro, cineforum, mostre fotografiche, eventi gratuiti per le scuole e i quartieri limitrofi. Per molti palermitani, i Cantieri sono oggi uno spazio di appartenenza e riscatto, in cui cultura e partecipazione convivono senza elitismi.

Il quartiere Zisa, da zona periferica e marginale, è diventato un punto nevralgico per i giovani creativi e le famiglie che qui ritrovano spazi aperti, luoghi sicuri, laboratori artistici, e perfino una biblioteca sociale e un orto urbano.

Curiosità: il cinema ritrovato tra le lamiere

Pochi lo sanno, ma all’interno dei Cantieri culturali si trova uno dei luoghi più significativi per il cinema d’autore italiano: il Cinema De Seta, dedicato al regista palermitano Vittorio De Seta. Questo cinema, un tempo abbandonato e vandalizzato, è stato riaperto nel 2010 grazie alla mobilitazione cittadina e ora ospita rassegne, anteprime e dibattiti. Non è raro imbattersi in registi, attori, scrittori che dialogano con il pubblico in un clima informale ma profondo.

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