Un capolavoro che ha sfidato il tempo | La basilica di San Giovanni dei Lebbrosi e le vicende mai raccontate
A Palermo c’è una basilica dimenticata dal tempo: scopri San Giovanni dei Lebbrosi, tra crociati, malattie e architettura araba.

Un nome che fa tremare la storia
A pochi passi dal centro di Palermo, in una zona fuori dai classici itinerari turistici, si erge San Giovanni dei Lebbrosi, una basilica che sembra sfidare i secoli. Fondata nel 1071, sotto il dominio normanno, è uno dei primi esempi di architettura arabo-normanna in Sicilia. Ma ciò che colpisce subito è il nome: “dei lebbrosi”. Questo perché la chiesa fu annessa a un lebbrosario, voluto da Ruggero I, per curare e accogliere i malati di lebbra, all’epoca emarginati e temuti.
Tra Oriente e Occidente: un simbolo di fusione
L’architettura della basilica è un capolavoro di integrazione culturale. Le cupole rosse, le volte ogivali e gli archi acuti parlano linguaggi diversi: bizantino, arabo, normanno. Questa fusione è un manifesto in pietra della Palermo medievale, crocevia di popoli e religioni. Non a caso, San Giovanni dei Lebbrosi anticipa di anni lo stile che poi esploderà con la Zisa e la Martorana.

Il declino silenzioso e il recupero recente
Nel corso dei secoli, la basilica cadde in uno stato di abbandono. Le guerre, le epidemie e i cambiamenti urbanistici la relegarono ai margini della città. Solo nel XX secolo iniziarono i restauri, che portarono alla luce elementi nascosti e strutture originali. Oggi San Giovanni dei Lebbrosi è visitabile, ma resta una gemma semi-sconosciuta anche agli stessi palermitani.
Perché i palermitani l’hanno dimenticata?
Molti palermitani ignorano l’esistenza di questo luogo sacro, nonostante sia uno dei più antichi e significativi della città. Sorge in una zona periferica e priva di cartelli turistici, e non viene valorizzata nei circuiti ufficiali. Eppure, il suo messaggio è potentissimo: unire invece di dividere, accogliere invece di isolare. Un valore quanto mai attuale.
Curiosità: la basilica con il nome più frainteso di Palermo
Molti credono che San Giovanni dei Lebbrosi fosse luogo di contagio, ma in realtà era un rifugio di cura e protezione. Addirittura, alcune fonti raccontano che i crociati si fermavano qui prima di imbarcarsi per la Terra Santa, pregando per la salvezza e la salute. Una vera e propria porta spirituale di Palermo verso l’Oriente, dove fede, malattia e speranza convivevano sotto lo stesso tetto.