Un genio dimenticato | La vera storia del compositore catanese che ha lasciato un'impronta indelebile
Scopri la vita sensazionale di questo compositore catanese e scopri chi era: amori, rivalità e un luogo segreto intitolato a lui a Catania!

Dalla nascita alle prime opere
Giovanni Pacini nacque a Catania l’11 febbraio 1796, da Luigi Pacini, celebre basso napoletano. Cresciuto in un ambiente musicale, si trasferì giovanissimo a Bologna e poi a Venezia per studiare composizione. A soli 17 anni compose l’opera “Annetta e Lucindo” (1813), seguita da Il barone di Dolsheim, scritta in appena tre giorni per sostituire un’opera mancata alla Scala di Milano. Quell’opera lo fece debuttare tra i grandi compositori italiani, aprendo la strada alla sua carriera nei maggiori teatri del tempo.
Il genio oscurato da Bellini e Donizetti
Pacini ebbe un successo straordinario negli anni Venti e Trenta dell’Ottocento. Scrisse oltre 90 opere liriche, fra cui L’ultimo giorno di Pompei, Saffo e Maria, regina d’Inghilterra. Tuttavia, fu oscurato dalla fama travolgente di Bellini e Donizetti, suoi coetanei e rivali. Bellini, con il suo stile più intimista e innovativo, divenne il preferito del pubblico. Pacini, più tradizionalista, subì un progressivo declino e ne parlò con amarezza nelle sue “Memorie artistiche” del 1865.
Il giardino Pacini: la villa dimenticata di Catania
A Catania, in pochi sanno che esiste un luogo dedicato a lui: il Giardino Pacini, nei pressi di Porta Uzeda e del vecchio porto. Inaugurato nel 1879, ospita un busto in marmo di Giovanni Pacini e viene chiamato dai catanesi “Villa ‘ê Varagghi”, cioè “villa degli sbadigli”, perché per anni fu il rifugio di anziani e marinai in cerca di riposo e silenzio. Questo angolo nascosto è un pezzo di memoria musicale e popolare della città, oggi in parte dimenticato.
Curiosità
Pacini fondò il Liceo Musicale di Viareggio, dove fu insegnante anche di Giacomo Puccini e Alfredo Catalani. Fu un grande pedagogo, e con questo ruolo influenzò profondamente il melodramma italiano successivo, anche se oggi il suo nome è molto meno conosciuto.