Un luogo che ti farà tornare bambino: il museo siciliano che raccoglie secoli di giochi e storia
Scopri il Museo del Giocattolo di Villa Cattolica a Bagheria: collezioni antiche, cere preziose e nostalgia che rende bambini i palermitani.

Il museo che raccoglie secoli di giochi e storia
Il Museo del Giocattolo e delle Cere Pietro Piraino, oggi ospitato nella storica Villa Cattolica di Bagheria (vicino Palermo), è una meraviglia per grandi e piccini. Qui sono raccolti oltre 2.000 giocattoli che coprono il periodo dal II secolo a.C. fino al 1900, inclusi pezzi rari realizzati in porcellana, legno, cartapesta, celluloide e terracotta, molti con valore demo-etno-antropologico. Al piano superiore si trovano circa 200 opere in cera del XVIII e XIX secolo, in parte restaurate nel laboratorio interno, tra cui le rinomate "statue di cera di Ferretti" risalenti al 1770. La visita si completa con una sala multimediale, una caffetteria, un bookshop e un giardino, rendendo il luogo una vera esperienza immersiva nel passato e nel presente della cultura siciliana.
Villa Cattolica: da residenza nobile a tempio della nostalgia
Edificata nel 1736 dal principe di Cattolica Eraclea, Francesco Bonanno, la Villa Cattolica è un gioiello barocco nel territorio bagherese, con saloni aristocratici, terrazze panoramiche e bagli caratteristici. Nel corso dei secoli ha ospitato funzioni diverse: da lazzaretto durante il colera, a caserma borbonica, fino a stabilimento conserviero per la famiglia Scaduto. Nel 1973, la villa fu donata da Renato Guttuso al Comune di Bagheria per ospitare la Galleria d’Arte Moderna; il museo del giocattolo arrivò solo nel 2014, trasferendosi da Villa Butera e dando nuova vita a questo palazzo settecentesco.
Giochi veri, memorie vive dei palermitani
Per i palermitani e gli abitanti dell’hinterland, questo museo non è solo una vetrina di oggetti: è un salvadanaio di ricordi. Bambole di porcellana con vestiti d’epoca, carretti in miniatura scolpiti a mano, trottolini, pupi siciliani, automi meccanici ottocenteschi, organetti e lanterne magiche fanno riemergere sensazioni d’infanzia sopite da decenni . Le cere, raffinate nei volti e negli abiti, raccontano aneddoti di vita ecclesiastica e popolare di Palermo e della provincia: una curiosità è che alcune rappresentano santi e scene sacre ispirate ai presepi viventi ancora oggi attivi a Palermo . Il laboratorio di restauro non è solo tecnico ma didattico: visitatori di tutte le età possono assistere al recupero di vecchi giocattoli, entrando in contatto con tecniche perdute e mano a mano rendendo omaggio a artigiani palermitani del passato.
Un salto nel tempo fra arte e tecnologia
Oltre ai pezzi storici, all’interno del museo si trovano giocattoli di diversa origine europea: automi francesi e tedeschi dell'Ottocento, carillons a disco, armonium meccanici, robot in latta con i primi movimenti, giocattoli scientifici e persino pistole giocattolo originali del campo di sterminio di Mauthausen, testimonianza di una storia tragica e universale. Questa dimensione internazionale rende il museo un crocevia tra Palermo, l’Europa e il mondo, unendo l’innocenza del gioco all’orrore della memoria, senza perdere mai il calore umano: Giuseppe Piraino, custode e nipote dei fondatori, racconta con orgoglio ai visitatori ogni pezzo, coinvolgendo adulti e bambini in storie di resilienza, creatività e memoria collettiva.
Curiosità
Un elemento davvero sorprendente è rappresentato dalle statue di cera firmate dal ceroplasta Ferretti nel 1770. Nel nuovo allestimento del museo, alcune di queste opere originali furono trafugate, ma Pietro Piraino Papoff e sua figlia Laila hanno compiuto un’opera eccezionale di ricostruzione: su dodici statue originarie, nove sono state interamente ricreate seguendo le tecniche tradizionali della ceroplastica; le tre mancanti sono in fase di ultimazione nel laboratorio, utilizzando antiche ricette e strumenti storici.