Una ferita ancora aperta, portella della Ginestra e ciò che nessuno ti ha mai raccontato
Rivivi la strage di Portella della Ginestra, eccidio del Primo Maggio 1947 che segnò Palermo, i palermitani e l’Italia intera.

Un Primo Maggio di sangue in Sicilia
Il 1° maggio 1947, durante la Festa dei Lavoratori, la tranquilla valle di Portella della Ginestra (tra Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato, nel Palermitano) divenne teatro di un massacro che sconvolse l’Italia intera. Circa 2.000 contadini, riuniti per celebrare la vittoria elettorale del Blocco del Popolo e chiedere la riforma agraria, furono colpiti da raffiche di mitra scagliate dalla banda di Salvatore Giuliano. L’attacco causò 11 morti (fra cui bambini) e oltre 50 feriti, in un clima di terrore che segnò profondamente i cuori dei palermitani.
I mandanti nascosti tra mafia e potere
La strage fu condotta dalla banda di Salvatore Giuliano, con la complicità di mafiosi locali, tesa a intimidire i lavoratori e frenarne le rivendicazioni . Sebbene il processo di Viterbo (1952) identificò solo gli esecutori materiali e scagionò membri delle istituzioni, molti storici sostengono che mafiosi, agrari e forze politiche reazionarie fossero coinvolti nel disegno criminale.
Palermo e i palermitani: un dolore condiviso
Per i palermitani, Portella della Ginestra divenne simbolo di un’Italia che chiedeva giustizia e terra. La Camera del Lavoro di Palermo proclamò sciopero generale, segno di solidarietà ai contadini massacrati. Ogni anno, sin dal 1948, il 1° maggio il luogo è meta di pellegrinaggio civile: dal Memoriale di Ettore de Conciliis, pietre scolpite ricordano le vittime, mentre migliaia di palermitani e siciliani partecipano a cortei in nome della memoria e del lavoro.
La strage nella memoria collettiva e nella cultura popolare
Il massacro ispirò poeti, artisti e cineasti: il dialetto siciliano di Ignazio Buttitta rimase scolpito nella poesia “Portella della Ginestra”; Francesco Rosi la portò sul grande schermo nel film Salvatore Giuliano (1962); Renato Guttuso la fece rivivere in un’opera pittorica oggi al Museo di Bagheria. La strage divenne metafora della lotta per la giustizia, peraltro stroncata dall’insabbiamento politico e dalle indagini incomplete.
Curiosità
Nel 1979, a 32 anni dalla strage, fu inaugurato il Memoriale di Portella della Ginestra, un’opera di land art realizzata da Ettore de Conciliis con l’architetto Rocco Falciano e l’ingegner Giorgio Stockel. Consiste in massi di pietra locale alti fino a sei metri e incisi con figure ruvide, nomi delle vittime e poesie. Tra questi, spicca il “Sasso di Barbato”, dedicato a Nicola Barbato, dirigente dei Fasci Siciliani e simbolo della lotta contadina.