Un’architettura a Catania che racconta più di quanto immagini: questa basilica testimonia la vera essenza del Barocco

Scopri la Basilica della Collegiata di Catania, capolavoro di Stefano Ittar: barocco, intrighi e una curiosità choc finale!

A cura di Paolo Privitera
28 luglio 2025 12:00
Un’architettura a Catania che racconta più di quanto immagini: questa basilica testimonia la vera essenza del Barocco - Foto: Berthold Werner/Wikipedia
Foto: Berthold Werner/Wikipedia
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Tesoro barocco nel cuore di Catania

La Basilica della Collegiata, nota anche come Maria SS. dell’Elemosina, si erge maestosa su via Etnea, nel pieno centro storico di Catania, tra i palazzi in pietra lavica e l’eleganza settecentesca. Costruita tra il 1768 e il 1774 su progetto di Stefano Ittar, è considerata uno dei massimi esempi del barocco siciliano tardo. La sua storia comincia dopo il disastroso terremoto del 1693, che distrusse gran parte della città e con essa l'antica chiesa medievale dedicata alla Madonna dell’Elemosina.
Il nuovo edificio doveva essere moderno, grandioso e scenografico, in sintonia con la rinascita architettonica di una Catania che voleva rialzarsi con fierezza

Il prospetto, realizzato in pietra bianca di Siracusa, risalta sullo sfondo scuro della città lavica e segue uno stile misto di eleganza e teatralità. Spiccano le statue dei Santi catanesi nelle nicchie, mentre la facciata, curvilinea, richiama le più raffinate architetture barocche romane, ma con un’identità tutta etnea.

Architettura, contrasto e rinascita

Il disegno della facciata, opera dell’ungherese Stefano Ittar, naturalizzato siciliano, è una delle espressioni più riuscite della scuola catanese del Settecento. Ittar non si limitò a replicare modelli, ma li reinterpretò: la curva concava della facciata, incorniciata da colonne corinzie, guida lo sguardo verso l’alto, fino alla balaustra con le statue e alla grande finestra centrale, che illumina l’interno.
Le proporzioni sono matematicamente equilibrate, eppure emozionanti. Tutto dialoga con il contesto urbano: via Etnea diventa così non solo asse commerciale ma anche palcoscenico barocco, con la Collegiata a recitare uno dei ruoli principali.
Questa basilica fu anche la prima in città a essere ricostruita secondo il nuovo piano regolatore post-terremoto, stabilito dall'ingegnere Giovanni Battista Vaccarini.

Interni, arte sacra e dettagli inattesi

L'interno è diviso in tre navate su colonne monolitiche, con una maestosa cupola centrale e decorazioni fastose. Ma il vero spettacolo è dato dagli affreschi di Giuseppe Sciuti, realizzati nella seconda metà dell'Ottocento. Sciuti, nato a Zafferana Etnea, fu uno dei massimi pittori siciliani del XIX secolo e decorò la volta con scene bibliche drammatiche, immerse in una luce vibrante e teatrale. (Fonte)

Gli altari laterali sono decorati con marmi policromi, intarsi, stucchi e opere d’arte sacra di altissimo pregio, come la tela della Madonna dell’Elemosina, copia dell’originale venerata a Biancavilla. Un'altra particolarità è l'organo settecentesco, ancora oggi usato durante le celebrazioni solenni, che accompagna con la sua sonorità l’imponenza dello spazio liturgico.

All’interno si trovano anche simboli legati al potere ecclesiastico post-terremoto: stemmi, lapidi commemorative e reliquie, che raccontano la rinascita spirituale della città. È un luogo di culto ma anche di arte, architettura e identità catanese.

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