Ha sfidato il vulcano e ha fondato qualcosa di straordinario, svelato chi era il padre della vulcanologia moderna

Scienziato catanese tra i più brillanti dell’800, Orazio Silvestri sfidò l’Etna e oggi il suo nome sopravvive nei Monti Silvestri!

A cura di Paolo Privitera
16 agosto 2025 21:00
Ha sfidato il vulcano e ha fondato qualcosa di straordinario, svelato chi era il padre della vulcanologia moderna - Foto: Giovanni Crupi/Wikipedia
Foto: Giovanni Crupi/Wikipedia
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Un catanese alla corte del fuoco

Pochi catanesi sanno che Orazio Silvestri, nato a Catania nel 1835, è stato uno dei padri fondatori della vulcanologia moderna. Geologo, chimico e naturalista, dedicò tutta la sua vita allo studio dell’Etna, il vulcano che dominava la sua città e ne condizionava il destino.

Silvestri fu il primo a osservare e documentare sistematicamente le eruzioni etnee, raccogliendo dati, misurazioni, campioni e proponendo teorie all’avanguardia per l’epoca. Le sue ricerche furono pubblicate in Italia e all’estero, rendendolo uno dei massimi studiosi di vulcani del XIX secolo.

L’Etna come laboratorio scientifico

Silvestri trascorreva lunghi periodi sul vulcano, in condizioni estreme, per studiare da vicino le bocche eruttive, i crateri, i flussi lavici e i gas emessi. Non si limitava alla teoria: era sul campo, tra ceneri e colate, annotando tutto con precisione maniacale.

Grazie alle sue osservazioni, fu tra i primi a comprendere i cicli eruttivi dell’Etna e a distinguerli da quelli di altri vulcani attivi nel mondo. Oggi, molte delle sue intuizioni sono ancora considerate fondamenta della moderna vulcanologia.

Un docente fuori dal comune

Silvestri fu anche professore di Mineralogia e Geologia presso l’Università degli Studi di Catania, dove ispirò generazioni di studenti catanesi ad approfondire le scienze naturali. Nonostante la sua fama scientifica, non ricevette mai i riconoscimenti che meritava in vita.

Solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1890, la comunità scientifica italiana e internazionale cominciò a rendere omaggio al suo lavoro straordinario, rivalutando l’impatto delle sue ricerche e dedicandogli pubblicazioni e citazioni accademiche.

Un’eredità scritta nella roccia

Per onorare il suo nome, una delle zone più visitate dell’Etna, a circa 1.900 metri di altitudine, è stata intitolata Monti Silvestri: due crateri spenti formatisi durante l’eruzione del 1892, pochi anni dopo la sua morte. Oggi sono una delle mete turistiche più iconiche del vulcano, accessibili dalla funivia dell’Etna, nel versante sud.

Passeggiare su quei crateri significa camminare sul lavoro e sul sacrificio di un catanese che ha sfidato il fuoco per il sapere.

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