Il sito ragusano che stupisce i visitatori: il canyon millenario tra abitazioni rupestri e catacombe cristiane

Esplora Cava d’Ispica: canyon rupestri, catacombe, fortezze troglodite e leggende antiche in uno dei luoghi più misteriosi della Sicilia.

A cura di Paolo Privitera
24 agosto 2025 15:00
Il sito ragusano che stupisce i visitatori: il canyon millenario tra abitazioni rupestri e catacombe cristiane - Foto: Davide Mauro/Wikipedia
Foto: Davide Mauro/Wikipedia
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Un labirinto nella roccia tra Modica e Ispica

La Cava d’Ispica, una vallata lunga oltre 13 km tra Modica e Ispica, è un tesoro naturale e archeologico: canyon scolpiti dal torrente, punteggiati da abitazioni rupestri, necropoli preistoriche, catacombe cristiane ed eremi monastici che vanno dalla Preistoria fino al XIV secolo. La morfologia del luogo — roccia calcarea, pareti alte fino a 100 m, vegetazione mediterranea e vicinanza al mare — la rende un insediamento difensivo naturale, scelto da Sicani, Siculi, Bizantini e comunità religiose per millenni.

All’interno si trovano punti davvero memorabili: la “Larderia”, una delle più grandi catacombe della Sicilia con oltre 460 tombe scavate nella pietra; la “Spezieria”, una stanza con nicchie per vasi di un tempo usati come officina per erbe e unguenti; e il “Castello Sicano”, una fortezza rupestre a più livelli, completa di scuderia, sale e persino un passaggio a 280 scalini chiamato “Cento Scale”.

Un continuum di vita e culto lungo i secoli

Gli insediamenti rupestri testimoniano una vita continua: in epoca protostorica, erano i Sicani a trovare rifugio nelle grotte; poi i Siculi, che costruirono tombe a forno e nuclei abitativi a più piani; infine, con l’arrivo del cristianesimo, si scavarono oratori e catacombe bizantine, come la Grotta di San Pancrati, di Santa Maria alla Cava e le catacombe di San Marco. Questi spazi furono usati da comunità religiose fino al XIV secolo, quando rimase abitata solo la sommità, finché il terremoto del 1693 spazzò via l’antico villaggio, costringendo gli abitanti a trasferirsi fuori dalla cava, verso la nuova Spaccaforno (oggi Ispica).

Il canyon è dunque una micro-città nella roccia: abitazioni, luoghi di culto, stalle, officine sono distribuiti su più livelli, collegati da scalinate scavate nella pietra. La presenza di fonti d’acqua, piante medicinali, viso urbano difendibile e passaggi sofisticati raccontano di una continua reinvenzione del paesaggio, dalla protostoria fino all’età moderna. Un mosaico di storia, fede, natura e ingegno umano che affascina sia gli archeologi sia i viaggiatori più curiosi.

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