Lussuoso, storico e incredibile: il teatro ragusano che racconta pezzi di storia siciliana

Scopri il Teatro Garibaldi di Modica: velluto rosso, palchi storici e fascino ottocentesco, ora teatro vivo e musa del barocco.

A cura di Paolo Privitera
21 agosto 2025 15:00
Lussuoso, storico e incredibile: il teatro ragusano che racconta pezzi di storia siciliana - Foto: Mboesch/Wikipedia
Foto: Mboesch/Wikipedia
Condividi

Nel seducente cuore del barocco modicano, sorge il celebre Teatro Garibaldi, autentica gemma architettonica e cuore pulsante della cultura cittadina. Nato tra il 1815 e il 1820 con il nome di “Real Teatro Ferdinandeo”, frutto dell’unione tra un magazzino e una casa nobiliare, fu inaugurato nel 1857 con la “Traviata” di Verdi. Dopo l’Unità d’Italia, venne dedicato a Giuseppe Garibaldi.

Immagina: platea, tre ordini di palchi e loggione, tutti decorati in velluto rosso, stucchi dorati e splendore ottocentesco. La facciata sobria in stile neoclassico-liberty è impreziosita da un pannello con strumenti musicali, un orologio e un’aquila, simbolo della Contea di Modica. Negli anni ’20 fu trasformato in sala cinematografica, poi abbandonato e riaperto al pubblico nel 2004 dopo un prezioso restauro.

Oggi è fulcro di concerti, prosa e rassegne organizzate dalla Fondazione Teatro Garibaldi. La capienza? Circa 314 posti: 102 in platea, 60 nel primo ordine, 57 nel secondo, 56 nel terzo, e 39 nel loggione —una struttura intima, perfetta per rivivere l’atmosfera ottocentesca.

Un pezzo di storia e bellezza vicino a te

Passeggiare per Corso Umberto I e scoprire il Teatro Garibaldi significa respirare due secoli di tradizione: un luogo dove tu, la storia e la cultura si incontrano. Che tu sia amante del teatro, della musica o semplicemente curioso, questa sala elegante con palchi in velluto, loggione panoramico e un’acustica pensata per emozionare, è una tappa imperdibile.

Curiosità

Sotto la guida dell’ingegnere Salvatore Riga nel 1844, il teatro venne ristrutturato per raddoppiare la platea, aggiungere palchi ed un loggione. I lavori tra il 1852 e il 1857, diretti da Salvatore Toscano, conferirono al teatro l’elegante aspetto attuale.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Il Fatto di Sicilia