Un luogo dimenticato, un mistero ancora irrisolto, Santa Maria dell’Indirizzo e la storia che nessuno ti ha mai raccontato

Scopri la Chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo a Catania: antiche Terme Romane e curiosità storiche che ti stupiranno!

A cura di Paolo Privitera
01 agosto 2025 12:00
Un luogo dimenticato, un mistero ancora irrisolto, Santa Maria dell’Indirizzo e la storia che nessuno ti ha mai raccontato - Foto: Effems/Wikipedia
Foto: Effems/Wikipedia
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Origini e miracolo in tempesta

Nel cuore del centro storico di Catania, tra i vicoli dell’Antico Corso, si trova una piccola chiesa dal nome insolito e affascinante: Santa Maria dell’Indirizzo. Questo edificio sacro, oggi poco conosciuto anche da molti catanesi, custodisce una storia antica e carica di devozione popolare, risalente agli inizi del Seicento. Secondo la tradizione, nel 1610, il viceré di Sicilia Don Pedro Téllez-Girón, principe di Ossuna, si trovò al largo della costa etnea nel mezzo di una violenta tempesta. In preda alla disperazione, invocò la protezione della Vergine Maria. Proprio in quell’istante, sarebbe apparsa una luce divina che lo guidò fino alla riva, salvandogli la vita. In segno di gratitudine, il viceré ordinò la costruzione di una chiesa esattamente nel punto in cui sbarcò, “indirizzato” dalla luce celeste: da qui nacque il nome suggestivo dell’edificio.

La chiesa, assegnata ai Padri Carmelitani Scalzi, si distingue per la facciata semplice ma armoniosa, tipica del barocco catanese, con lesene, timpano spezzato e decorazioni laviche che le conferiscono un’eleganza sobria ma potente. L’interno, oggi spoglio e chiuso al culto, conserva ancora tracce degli antichi altari e alcune testimonianze del passato carmelitano. La sua importanza religiosa e simbolica sopravvive nei racconti tramandati nel quartiere e nella toponomastica della zona.

Terme romane nascoste sotto la pietra

Ma la vera meraviglia si cela sotto la chiesa. Dietro l’abside, quasi mimetizzati tra palazzi e basolati, si trovano i resti delle Terme dell’Indirizzo, uno dei complessi termali romani meglio conservati della Sicilia orientale. Questi ambienti sotterranei, risalenti con ogni probabilità al periodo compreso tra il III e il V secolo d.C., erano parte di un importante stabilimento termale urbano dell’antica Katane. Gli archeologi hanno identificato tra le strutture presenti un calidarium a cupola ottagonale, diverse vasche, condotti di aerazione e un sofisticato sistema di riscaldamento ad ipocausto, composto da suspensurae (piccoli pilastri in mattoni che sollevavano il pavimento) e condotti per il vapore.

Durante il Medioevo, le terme furono completamente ricoperte e riutilizzate come depositi o botteghe artigiane, perdendo la loro funzione originaria e finendo nell’oblio per secoli. Solo nel XIX secolo furono riportate alla luce grazie agli scavi voluti dagli storici locali, e in tempi più recenti – tra il 2011 e il 2013 – sono state sottoposte a un intervento di recupero che ha riaperto parzialmente il sito al pubblico. Oggi è possibile ammirare gli ambienti termali attraverso visite guidate, seppur su prenotazione.

Un tesoro romano tra cattedrali e castelli

Le Terme dell’Indirizzo rappresentano un patrimonio archeologico e culturale di straordinario valore per i catanesi e per chi visita la città con occhi curiosi. Collocate a pochi metri dalla Cattedrale di Sant’Agata, dal Castello Ursino e dalla Pescheria storica, costituiscono un esempio sorprendente di come l’antichità romana si intrecci con la città barocca di oggi. Il sito comprende una decina di ambienti, tra cui tepidarium, frigidarium, spogliatoi e condotti tecnici, oggi visibili anche se solo in parte. L’ingresso è gratuito ma possibile solo su prenotazione e in orari limitati, a causa delle condizioni di conservazione e accessibilità.

Situate in Piazza Currò, proprio accanto al mercato e ai locali notturni più frequentati dai giovani, le terme rappresentano un luogo nascosto che pochi conoscono veramente, ma che merita una riscoperta. Molti catanesi passano di lì ogni giorno senza sapere che sotto i loro piedi si trova una delle strutture romane più ben conservate del sud Italia, simbolo della stratificazione millenaria della città etnea.

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