Un viaggio che ti lascia senza parole, il misterioso mondo sotterraneo delle Catacombe dei Cappuccini a Palermo

Scopri le Catacombe dei Cappuccini di Palermo: mummie vestite, rituali antichi e curiosità da brivido sotto la città.

A cura di Paolo Privitera
06 agosto 2025 12:00
Un viaggio che ti lascia senza parole, il misterioso mondo sotterraneo delle Catacombe dei Cappuccini a Palermo - Foto: Roberto Rive/Wikipedia
Foto: Roberto Rive/Wikipedia
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Le Catacombe dei Cappuccini a Palermo non sono solo un luogo di memoria, ma un vero e proprio labirinto sotterraneo dove storia, equilibri sociali e rituali funebri emergono dai corpi impeccabilmente vestiti, in un'atmosfera che lascia senza fiato. Scavate nel tufo a partire dal XVI secolo, queste gallerie si estendono per circa 300 mq e custodiscono tra le 1.200 e le 8.000 mummie in nicchie, corridoi e teche perfettamente conservate.

Un cimitero di gente viva… morta

La mummificazione naturale era opera del freddo del suolo e il metodo consisteva nello “scolo” del corpo, poi lavato con aceto e imbottito di paglia, infine vestito con abiti scelti personalmente o dai familiari. Anche i palermitani dell’epoca, nei loro testamenti, specificavano l’abito da indossare, rinnovabile, per restare "presenti" nella vita terrena anche dopo la morte. I corridoi sono divisi per statuto sociale: frati, prelati, professionisti, donne, bambini, ognuno con la sua storia e stile.

Volti, abiti, storie che parlano

Sfidando ogni pietà, le catacombe offrono un ritratto realistico e crudele della Palermo antica: donne con abiti da sposa, professionisti in uniforme di gala, bambini con cuffiette eleganti e perfino frati in saio, ancora inginocchiati. Tra le figure più enigmatiche spicca Rosalia Lombardo, la “Bella Addormentata” palermitana: morta nel 1920 a soli due anni, è imbalsamata con la tecnica di Salafia, sembra semplicemente dormire in una teca ermetica, donando un tocco di poesia in un luogo altrimenti di pura tetraggine.

Visitare le catacombe di Palermo significa confrontarsi con la morte in modo diretto e intimo, senza fretta né filtri. Qui la storia si materializza nell’aria umida dei corridoi, tra un cartello con nome, cognome e data di morte e un abito che sopravvive all’oblio. Per i palermitani curiosi, rappresenta un culto ancestrale per la morte, lontano dalle paure moderne: una comunione silenziosa tra vivi e defunti, senza retorica né tabù.

Curiosità

 Si dice che in alcune notti, Rosalia “apra e chiuda gli occhi” a seconda dell’umidità ambientale: realtà o suggestione? Il mito vive, e per i palermitani curiosi il mistero resta irrimediabilmente seducente e inquietante.

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