Una montagna a Palermo che racconta due mondi: la storia di Pizzo Carbonara, tra mari e mistero

Ascesa al Pizzo Carbonara: la vetta delle Madonie a Palermo con vista mozzafiato su Tirreno e Ionio!

A cura di Paolo Privitera
19 agosto 2025 12:00
Una montagna a Palermo che racconta due mondi: la storia di Pizzo Carbonara, tra mari e mistero - Foto: Peppesev/Wikipedia
Foto: Peppesev/Wikipedia
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Una vetta palermitana tra le più alte

Il Pizzo Carbonara, a 1 979 m, è la seconda cima più alta di Sicilia, superata solo dall’Etna, e la più imponente delle Madonie, il parco regionale che abbraccia anche l’area di Palermo e Cefalù. Situato tra i comuni di Petralia Sottana e Isnello, questo rilievo calcareo si distingue per la sua ampia pianura sommitale piuttosto che un picco appuntito, e custodisce depositi carsici che raccontano una storia lunga milioni di anni. Un terreno punteggiato di fossili marini, come coralli e spugne, testimonia che un tempo queste rocce furono sommerso dal mare.

Panorama mozzafiato: due mari, un solo sguardo

Durante le giornate limpide, dalla vetta del Carbonara si spalanca un panorama spettacolare: a nord si ammirano le Isole Eolie, la costa tirrenica e le dolci pendici dei Nebrodi; a est si intravede l’Etna all’orizzonte, mentre verso sud la linea dei Monti Sicani incornicia il paesaggio; infine, guardando verso ovest si scorge anche la costa di Palermo. Questa duplice vista su Tirreno e Ionio rende l’ascesa un’esperienza unica, capace di fondere la maestosità della natura palermitana con il fascino marittimo dell’isola.

Escursioni, neviere e vita d'alta quota

L’ascensione più comune parte da Piano Battaglia (1 605 m), un’area accessibile in auto e punto di partenza ideale per raggiungere la cima con un trekking moderato di circa 2 h 30’. Tuttavia, l’escursione richiede orientamento preciso: il percorso non è completamente segnalato e le nebbie, frequenti in vetta, possono ingannare – meglio munirsi di bussola o GPS . Le tracce di ghiaccio permanenti, come il celebre “Nevaio della Principessa”, testimoniano come la neve resti intrappolata nelle doline carsiche per tutta l’estate. Sulla vetta vivono anche specie rare, tra cui la farfalla endemica Parnassius apollo ssp. siciliae, che aggiunge un tocco di meraviglia naturalistica al paesaggio.

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