Un’imponenza palermitana che non passa inosservata: la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini e l'assurda vicenda

Scopri la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini a Palermo: cupola maiolicata visibile dai Quattro Canti e storia barocca sorprendente!

A cura di Paolo Privitera
22 agosto 2025 21:00
Un’imponenza palermitana che non passa inosservata: la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini e l'assurda vicenda - Foto: Bjs/Wikipedia
Foto: Bjs/Wikipedia
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Un’icona barocca a Palermo

La Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, conosciuta semplicemente come i Teatini, domina uno dei punti più celebri di Palermo: quell’angolo unico dove il Cassaro incontra via Maqueda, noto come Quattro Canti. Costruita tra il 1612 e il 1645 su progetto dell’architetto teatino Giacomo Besio, è considerata la prima vera chiesa barocca della città. Già nella facciata sobria e monumentale si intuiscono le ambizioni artistiche dei promotori: una sintesi perfetta tra divinità e città, tra sacro e quotidiano.

La cupola maiolicata: una sentinella blu-gialla

Se la facciata resta riservata, è la cupola a rubare la scena: alta, visibile da molti punti di Palermo, resa inconfondibile dall’avvolgente copertura di maioliche blu e gialle. Il tamburo, sorretto da colonne doppie, fu realizzato nel 1724–1725 dall’architetto toscano Giuseppe Mariani, ispirandosi direttamente alla Chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma. Quel mosaico brillante, mosaico visibile a occhio nudo da lontano, è diventato il simbolo del trionfo del barocco palermitano.

Interni: trionfo di arte, stucchi e altari

Varcata la soglia, si entra in una parata barocca: tre navate scandite da colonne in marmo di Billiemi, affreschi spettacolari (Filippo Tancredi, Guglielmo Borremans, Giuseppe Velasquez) e stucchi dorati firmati Paolo Corso e Giuseppe Serpotta. Il soffitto centrale, ricostruito dopo i bombardamenti del ‘43, ospita scene come “L’Apoteosi di San Gaetano”. Nella cripta inferiore si trova l’antica chiesa ipogea dedicata alla Madonna della Provvidenza, con una fonte sacra cui si attribuiscono miracoli e guarigioni.

Palermo e i suoi angeli caduti

La cupola non è solo decorazione: l’affresco “Caduta degli Angeli” realizzato da Borremans nel 1724–1734 avverte la città della caducità del divino e la potenza del sacro. Quel cielo maiolicato rappresenta un ponte tra la fiducia dei palermitani e la loro devozione barocca, che trovò nella chiesa dei Teatini uno dei suoi massimi apici.

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