Il paradiso segreto di Castelvetrano: la foce e le dune dove il Mediterraneo si ferma a respirare

Scopri la Riserva del Belice: dune dorate, tartarughe Caretta caretta e tracce preistoriche in uno degli angoli più selvaggi di Trapani.

22 settembre 2025 15:00
Il paradiso segreto di Castelvetrano: la foce e le dune dove il Mediterraneo si ferma a respirare - Foto: Sabela Cal/Wikipedia
Foto: Sabela Cal/Wikipedia
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Un fiume antico che incontra il mare

Tra Mazara del Vallo e Castelvetrano, la Riserva naturale Foce del Fiume Belice e dune limitrofe custodisce uno degli ultimi tratti davvero incontaminati della costa trapanese. Qui il fiume Belice, dopo un lungo viaggio tra le colline coltivate della Sicilia occidentale, si apre finalmente al mare formando una foce di sabbia dorata e macchia mediterranea che si estende per oltre quattro chilometri. Le dune costiere, alcune alte fino a dieci metri, si modellano costantemente sotto l’azione del vento e delle maree, creando paesaggi mutevoli che cambiano aspetto a ogni stagione. Su queste dune crescono gigli di mare, tamerici e ginepri secolari, piante resistenti alla salsedine che formano un habitat unico, sopravvissuto miracolosamente all’urbanizzazione che ha cancellato scenari simili in gran parte dell’isola. Questo tratto di costa non è solo un rifugio naturale, ma anche una memoria viva di come appariva la Sicilia prima delle grandi trasformazioni moderne.

Un rifugio per tartarughe e uccelli migratori

La riserva è considerata un vero santuario di biodiversità. Ogni estate le tartarughe Caretta caretta emergono dalle onde per deporre le loro uova sulla spiaggia, evento seguito con attenzione dai biologi e protetto dai volontari che delimitano i nidi per evitarne la distruzione. In primavera e autunno la foce del Belice si trasforma invece in una tappa cruciale per gli uccelli migratori: fenicotteri rosa, aironi bianchi e cavalieri d’Italia colorano il cielo e lo stagno retrostante con spettacolari voli sincronizzati. Ma la storia naturale si intreccia a quella umana: per secoli, le acque basse e le correnti tranquille di questa zona hanno offerto riparo a pescatori e contadini, che qui trovavano erbe spontanee, canne per intrecci e legna da ardere. Ancora oggi, chi percorre questi sentieri avverte la sensazione di entrare in un tempo sospeso, dove il canto degli uccelli e il rumore del mare raccontano storie antiche di convivenza tra uomo e natura.

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