Il tempio palermitano che nasconde un segreto dimenticato

Nel cuore di Palermo la chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella custodisce un segreto barocco che intreccia arte, storia e spiritualità.

25 settembre 2025 12:00
Il tempio palermitano che nasconde un segreto dimenticato - Foto: Stendhal55/Wikipedia
Foto: Stendhal55/Wikipedia
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Un gioiello barocco nel cuore di Palermo

Tra i vicoli del centro storico di Palermo, a pochi passi dal Teatro Massimo, si erge la Chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella, una delle espressioni più affascinanti del barocco siciliano. Costruita a partire dal 1598 dai padri oratoriani, la chiesa fu completata nel XVII secolo con una scenografica facciata a colonne che si impone sulla piazza circostante. Oggi è considerata non solo un luogo di culto, ma anche un punto di riferimento artistico e architettonico per chi visita la città.

La sua origine è strettamente legata alla presenza dell’Oratorio di San Filippo Neri, che fece di Palermo uno dei centri più vitali della spiritualità oratoriana. Da allora la chiesa divenne simbolo di devozione e al tempo stesso di potere culturale, grazie alla sua posizione strategica in un quartiere che, tra Seicento e Settecento, rappresentava il cuore pulsante della vita cittadina.

Architettura e interni che raccontano secoli

All’esterno, la facciata è un manifesto del barocco siciliano, con un’impostazione scenografica che richiama l’arte romana. Le colonne e le statue di santi gesuiti catturano l’occhio del visitatore, invitandolo a entrare in un mondo di sfarzo e spiritualità.

All’interno, la chiesa rivela un ricco apparato decorativo: stucchi, affreschi e opere pittoriche che raccontano la storia della fede e dell’arte a Palermo. Tra i capolavori spiccano le tele di Pietro Novelli, il “Monrealese”, uno dei pittori più celebri del Seicento siciliano. La chiesa ospita inoltre un pregevole organo settecentesco, testimonianza dell’importanza che la musica sacra ebbe per la comunità oratoriana.

Oggi, accanto alla chiesa, sorge il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas, nato proprio nell’ex convento dei padri oratoriani: un ulteriore tassello che conferma come l’Olìvella sia un luogo dove cultura e fede hanno sempre convissuto.

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