Un centro nevralgico del quartiere Borgo: la piazza catanese che custodisce una meravigliosa fontana
Piazza Cavour, cuore del “Borgo” catanese, ospita la Fontana di Cerere: simbolo barocco tra storia, leggende e vita popolare di Catania.


Piazza Cavour, conosciuta anche come “il Borgo”, è una delle piazze storiche più vivaci di Catania. Situata nella parte alta di via Etnea, segna l’ingresso al quartiere omonimo e rappresenta da secoli un punto di incontro tra centro e periferia.
La piazza nacque come fulcro di espansione urbanistica dopo la ricostruzione del 1693, che seguì il devastante terremoto barocco. La sua ampia forma quadrata è circondata da palazzi ottocenteschi e oggi ospita mercati, fiere e manifestazioni popolari.
La Fontana di Cerere: simbolo di abbondanza
Al centro della piazza si trova la celebre Fontana di Cerere, detta anche “Fontana del Borgo”. Rappresenta la dea romana della fertilità e dei raccolti, simbolo perfetto della fertilità etnea e del legame tra la città e la sua campagna circostante.
Realizzata in pietra lavica e marmo bianco, la fontana è sormontata dalla statua di Cerere che regge una spiga di grano, emblema di prosperità e nutrimento. Intorno, motivi scultorei richiamano acque, agricoltura e abbondanza.
Il Borgo: storia e tradizioni popolari
Il quartiere Borgo, di cui Piazza Cavour è fulcro, era in origine un insediamento rurale fuori dalle mura della città. Nel tempo divenne il primo nucleo dell’espansione ottocentesca di Catania, popolato da artigiani, contadini e commercianti.
Ancora oggi il Borgo conserva un’anima popolare: i mercati rionali e le botteghe storiche convivono con bar e locali moderni, mantenendo viva l’identità catanese autentica.
Un punto di riferimento tra passato e presente
Piazza Cavour non è solo un luogo di passaggio: è crocevia culturale e sociale. Qui si celebrano feste religiose, eventi civili e raduni cittadini. La posizione strategica, tra centro storico e parco della Villa Bellini, la rende meta di famiglie, studenti e turisti.
Nel tempo la piazza è stata rinnovata più volte, ma ha sempre conservato il suo ruolo identitario per i catanesi.
Curiosità: la “Matapallara”
Un’antica tradizione popolare soprannominava la Fontana di Cerere “Matapallara”. Il termine, dal dialetto catanese, alludeva al grano e alla fertilità e si usava per indicare un luogo di abbondanza. Questo nomignolo sopravvive ancora oggi nei racconti degli anziani del quartiere, testimoniando il forte legame tra la fontana, i raccolti e la cultura contadina etnea.