Una parete di pietra e mattoni che racconta la rinascita sorprendente di una città siciliana

Scopri le Mura Timoleontee di Gela: fortificazione greca unica riemersa da dune per caso, tra archeologia e mistero.

23 settembre 2025 15:00
Una parete di pietra e mattoni che racconta la rinascita sorprendente di una città siciliana - Foto: AbelDionis/Wikipedia
Foto: AbelDionis/Wikipedia
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Le Mura Timoleontee sono antiche fortificazioni greche di Gela, edificate nel IV secolo a.C. per volere di Timoleonte, il condottiero corinzio che ripopolò la città dopo la distruzione cartaginese del 405 a.C. Queste mura, situate sul promontorio di Capo Soprano, rappresentano uno dei rari esempi di architettura militare ellenistica in tecnica mista perfettamente conservati: alla solida base in blocchi di calcarenite, spesso bugnati, segue una sopraelevazione in mattoni crudi disposti in file regolari, probabilmente originariamente intonacati di rosso.
Questa straordinaria combinazione è stata preservata grazie alla loro sepoltura da parte delle dune di sabbia, che ha protetto la struttura da saccheggi e degrado nei secoli successivi.

Scoperta da sogno e protezione moderna

La riscoperta delle Mura avvenne nel 1948, grazie a un contadino gelese, Vincenzo Interlici, che – spinto da un sogno inquietante – scavò nel suo orto e trovò blocchi di pietra squadrata. L’evento suscitò l’interesse della Soprintendenza e condusse a rivelazioni archeologiche di straordinario valore: un muro lungo circa 360 metri, spesso 3 metri e alto mediamente 3,20 metri.

Oggi il sito è parte di un area demaniale protetta, con interventi per salvaguardare la muratura e renderla fruibile ai visitatori. Paradossalmente, le stesse dune che sepellirono le mura per secoli sono alla base della loro eccezionale conservazione.

Curiosità

Nel 1997, Poste Italiane dedicò alle Mura Timoleontee un francobollo da 750 lire, segno della loro importanza culturale. Oggi, ogni passo lungo Capo Soprano è un tuffo nella storia antica: camminare accanto a questa fortificazione è come sfiorare il cuore difensivo di una Gela risorta dalle proprie ceneri.

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