A Teatro Bis "La Sposa e la Melagrana" inaugura la IV stagione di Giovani Sguardi di Buio in Sala
Debutta al Teatro Bis di Catania "La sposa e la melagrana", spettacolo di Giuseppe Lanza che inaugura la IV stagione di Giovani Sguardi dell’associazione Buio in Sala
 Simona Lo Certo
                                                                Simona Lo Certo
                            
                         
                                                    Si apre il sipario sulla quarta stagione di “Giovani Sguardi”, la rassegna ideata dall’Associazione Buio in Sala e dedicata alla nuova drammaturgia contemporanea. Un progetto che, anno dopo anno, si conferma come spazio vitale per autori emergenti, menti libere e voci autentiche pronte a raccontare la realtà con occhi diversi. L’obiettivo, dichiarano gli organizzatori, è quello di ritrovare connessioni vere tra il teatro e le nuove generazioni, in un dialogo costante tra tradizione e sperimentazione.
Il mito che diventa casa, madre, prigionia
A inaugurare la stagione sarà lo spettacolo “La sposa e la melagrana”, scritto e diretto da Giuseppe Lanza con la supervisione artistica di Simone Santagati. La pièce, liberamente ispirata al mito di Cerere e Proserpina, si sviluppa in un’atmosfera sospesa tra reale e simbolico. In scena Serena Rappuoli nel ruolo di Ambra, madre protettiva e inquieta, e Giada Lora in quello della figlia Mia, prigioniera di un amore che si fa gabbia. Quando un evento misterioso rompe la routine quotidiana – una “presenza”, una luce, un respiro – prende forma un racconto di ombre e rivelazioni, accompagnato dalle musiche evocative di Gabriele Spescha.
Date, temi e influenze di un debutto attesissimo
Il debutto è fissato per venerdì 7 e sabato 8 novembre alle ore 21.00, e domenica 9 novembre alle 18.00, al Teatro Bis, all’interno dell’Istituto Leonardo Da Vinci di Catania. In un unico atto, Lanza affronta con coraggio temi attuali e dolorosi come quello delle spose bambine, la violenza di genere e le complesse dinamiche genitore-figlio. La scrittura, densa e intima, porta con sé echi di Beckett, Čechov e García Lorca, fino alle figure tragiche di Didone e Medea, per un teatro che non ha paura di guardare negli occhi la fragilità umana. Con “La sposa e la melagrana”, “Giovani Sguardi” rinnova la sua promessa: dare voce ai nuovi linguaggi del teatro e alle storie che ancora sanno scuotere.
 
				 
				