Il borgo messinese che nasconde chiese secolari, cripte segrete e un set cinematografico immortale
Un borgo tra chiese medievali, cripte misteriose e il set del Padrino: scopri la magia senza tempo di Savoca.
 Paolo Privitera
                                                                Paolo Privitera
                            
                         
                                                            Tra le colline che guardano lo Ionio, in una posizione sospesa tra mare e monti, si cela un piccolo centro che sembra rimasto intatto nei secoli. Le sue strade in pietra, i vicoli stretti e i panorami mozzafiato lo rendono uno dei borghi più affascinanti d’Italia. Passeggiare in questo luogo significa attraversare un tempo immobile, fatto di monasteri, cripte e storie che hanno attirato viaggiatori, artisti e persino il cinema internazionale.
Tra conventi e cripte che raccontano il passato
Il cuore del borgo è segnato da edifici religiosi che ne testimoniano l’importanza spirituale. La Chiesa di San Nicolò, arroccata su una rupe, domina il paesaggio con la sua architettura medievale. Non meno suggestiva è la Chiesa di San Michele, con affreschi bizantini che rivelano la stratificazione di culture che hanno abitato queste terre.
Il convento dei Cappuccini custodisce una delle attrazioni più enigmatiche: la cripta con i corpi mummificati dei frati e dei notabili locali, una testimonianza che lascia senza parole e che offre un viaggio diretto nelle usanze religiose del passato. Ogni pietra del borgo parla di una storia di fede e di resistenza, raccontando la capacità della comunità di mantenere viva la propria identità nei secoli.
Un fascino che conquista anche il cinema
La bellezza autentica del villaggio non è passata inosservata. Negli anni ’70, Francis Ford Coppola scelse queste strade come ambientazione di alcune scene de Il Padrino, portando Savoca nel cuore del grande cinema. La celebre scena del matrimonio di Michael Corleone fu girata proprio qui, nella Chiesa di San Nicolò. Oggi, i visitatori si fermano al Bar Vitelli, reso famoso dal film, trasformato in un’icona che lega indissolubilmente il borgo alla cultura popolare mondiale.
 
				 
				