Il paese che sfidò il mare e i miti: a pochi passi da Acireale nasconde una storia che sorprende ancora oggi
Capomulini, frazione marinara di Acireale: un borgo che sfidò il mare e i miti, tra storia reale, paesaggio e una curiosità sorprendente.
Tra mito e realtà di un borgo marinaro
Capomulini, piccola frazione di Acireale, sorge sulla costa ionica della provincia di Catania. È un borgo che affonda le sue radici in un paesaggio di straordinaria forza: il mare che si infrange contro le scogliere nere di origine vulcanica e i resti di un passato che si intreccia con il mito.
L’area di Capomulini fu utilizzata già in epoca antica come scalo naturale. La sua posizione, al centro della costa degli “Aci”, la rese approdo privilegiato in epoca greca e romana. Oggi, passeggiando lungo il porticciolo, si percepisce ancora la sua vocazione marinara: un microcosmo fatto di barche, reti e silenzi interrotti dallo sciabordio dell’acqua.
La vicinanza con i faraglioni dei Ciclopi e con l’Isola Lachea alimenta da secoli leggende che rimandano all’Odissea e a Polifemo. Ma qui la storia prende il sopravvento: i reperti archeologici e le testimonianze di insediamenti antichi confermano che Capomulini non è soltanto un mito raccontato, ma un luogo reale che ha avuto un ruolo concreto nella vita commerciale della costa ionica.
Il paesaggio tra scogliere e tonnara
Il borgo si sviluppa attorno alla sua piccola baia, stretta tra due promontori lavici che fungono da difesa naturale. Proprio questo assetto ha favorito, nei secoli, l’insediamento di una tonnara, oggi non più attiva ma parte integrante della memoria storica del paese.
Le rocce laviche, eredità delle colate etnee che hanno modellato il litorale, incorniciano un tratto di mare limpido e ricco di biodiversità. Non a caso Capomulini è stato ed è ancora meta privilegiata per chi cerca un rapporto diretto con la natura, in un equilibrio delicato tra la forza del vulcano e la vastità del mare.
L’urbanistica minuta del borgo, fatta di poche case affacciate sul mare, racconta un rapporto viscerale con l’acqua. Ogni dettaglio, dalla pietra nera delle costruzioni agli slarghi che guardano verso i faraglioni, restituisce l’immagine di un paesaggio unico, in cui la mano dell’uomo si è limitata ad assecondare le forme naturali.