Il varco siciliano che custodisce segreti millenari e reperti che hanno cambiato la storia di un’intera isola
A Ragusa, dietro un’antica porta si nasconde un museo che racchiude reperti millenari e un kouros greco rarissimo in Sicilia.
Nel cuore di Ragusa Superiore, nascosto dietro una porta storica che per secoli ha segnato il confine della città, si cela un luogo che raccoglie le radici più antiche della Sicilia sud-orientale. È un museo che, come un forziere di pietra, custodisce tracce di popoli dimenticati, testimonianze di civiltà che hanno abitato queste terre migliaia di anni fa. Chi varca quella soglia entra in un mondo sospeso tra mito e archeologia, dove ogni reperto racconta una pagina della lunga epopea iblea.
Dalle necropoli alle città antiche
Le sale del museo raccolgono reperti che spaziano dalla preistoria all’età tardo-romana. Oggetti provenienti da villaggi neolitici, ceramiche decorate, armi di bronzo e monili testimoniano la vita quotidiana di popolazioni che hanno fatto della Sicilia un ponte tra Oriente e Occidente.
Particolarmente suggestivi sono i materiali rinvenuti a Cava d’Ispica, Kamarina e Monte Casasia: necropoli rupestri, tombe a grotticella e corredi funerari che svelano usi, culti e credenze. Non mancano testimonianze del periodo greco, con statue votive, iscrizioni e monete, né del mondo romano, con mosaici e frammenti architettonici che documentano la presenza di ville e insediamenti agricoli.
Un museo che è anche porta sul tempo
La sua collocazione non è casuale: il museo si trova proprio presso Porta Walter, antico accesso alla città, quasi a simboleggiare un passaggio tra passato e presente. Varcare la soglia significa entrare in contatto con i millenni di storia che hanno plasmato Ragusa e l’intera area iblea. Ogni sala, ogni teca, ogni reperto è un tassello di una narrazione che non smette di stupire, rendendo questo museo un luogo imprescindibile per comprendere l’identità della Sicilia.