La frazione etnea dal nome particolare ed il santuario che cambiò il suo destino

La frazione di San Gerardo a Piedimonte Etneo custodisce un santuario e un toponimo antico, “Millicucco”, ricco di storia e mistero.

15 ottobre 2025 15:00
La frazione etnea dal nome particolare ed il santuario che cambiò il suo destino - Foto: Egy77/Wikipedia
Foto: Egy77/Wikipedia
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Un borgo nato tra fede e vulcano

La frazione di San Gerardo, nel territorio di Piedimonte Etneo, è oggi conosciuta per il suo santuario dedicato al santo che ne porta il nome. Ma un tempo questo piccolo agglomerato era chiamato “Millicucco”, un toponimo dal suono antico, che richiama radici medievali e probabilmente legami con il paesaggio agricolo circostante. Il nome, rimasto nella memoria orale per secoli, testimonia quanto i luoghi possano mutare identità senza però cancellare del tutto la loro origine.

San Gerardo si trova in una posizione privilegiata, tra i vigneti e le colate laviche dell’Etna, in un territorio che ha sempre vissuto un rapporto intenso con il vulcano. Le prime case sorsero attorno a semplici strutture rurali, e fu la costruzione di un luogo di culto a trasformare il borgo in una comunità vera e propria.

Il santuario e il culto

Il cuore della frazione è il Santuario di San Gerardo Maiella, luogo di devozione molto sentito dagli abitanti di Piedimonte Etneo. Il culto del santo, diffuso nel XIX secolo, trovò qui un punto di riferimento stabile, dando al borgo nuova vitalità. Con la sua architettura semplice ma solenne, il santuario è diventato negli anni non solo un centro religioso, ma anche un punto di aggregazione sociale.

Il passaggio da “Millicucco” a San Gerardo segna dunque una metamorfosi identitaria: da contrada agricola a borgata con un ruolo spirituale centrale. Questo mutamento è un esempio di come i nomi dei luoghi, lungi dall’essere solo etichette, possano raccontare intere pagine di storia locale.

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