La frazione segreta catanese che fermò la lava con una mula miracolosa
Vena, frazione di Piedimonte Etneo, tra colate laviche, leggende di muli miracolosi e un santuario che custodisce la memoria del vulcano.


Un borgo nato tra colate laviche e fede popolare
La frazione di Vena, nel territorio di Piedimonte Etneo, è un piccolo gioiello incastonato sulle pendici dell’Etna. La sua storia è indissolubilmente legata al vulcano: le eruzioni che nei secoli devastarono la zona costrinsero gli abitanti a cercare rifugio in aree più sicure, e Vena divenne così un punto di approdo per comunità rurali che non volevano abbandonare i loro campi.
Il paesaggio è caratterizzato da muri a secco in pietra lavica, terrazze agricole e resti delle antiche colate che disegnano il terreno. Questo scenario rende Vena non solo una frazione abitata, ma anche una testimonianza vivente della continua lotta tra natura e insediamento umano alle falde dell’Etna.
Il santuario e la leggenda della mula
Fulcro identitario della frazione è il Santuario di Maria Santissima di Vena, costruito nel XVII secolo. Secondo la tradizione, durante un’eruzione, una mula si inginocchiò improvvisamente davanti all’immagine della Madonna trasportata in processione, e proprio in quel punto la colata lavica si sarebbe fermata, risparmiando l’abitato. Questo episodio alimentò la devozione popolare e consolidò il culto della Madonna della Vena, che da allora è considerata la protettrice della comunità.
L’architettura del santuario, semplice e lineare, custodisce all’interno preziosi ex voto e testimonianze di grazie ricevute, lasciate da generazioni di fedeli. Ogni pietra del complesso racconta una fede antica che si rinnova di anno in anno.