Il mistero della dea che ancora veglia sul cuore di Siracusa
Nel cuore di Siracusa, la Fontana di Diana nasconde un legame segreto tra mito e realtà: la dea che ancora veglia sulla città.
Nel centro pulsante di Siracusa, tra il profumo del mare e il mormorio di Piazza Archimede, una figura antica continua a dominare il tempo. È la dea Diana, scolpita nel marmo ma viva nello sguardo dei siracusani, che da più di un secolo sembra proteggere la città e ricordarne le origini divine. Dietro quella fontana che incanta i turisti si nasconde una storia di mito, arte e rinascita, intrecciata alla leggenda della dea della caccia e alla memoria di una Sicilia che non dimentica i suoi dei.
Quando la mitologia incontra la pietra
La Fontana di Diana fu realizzata nel 1907 dallo scultore Giulio Moschetti, artista catanese che trasformò una piazza urbana in un racconto epico scolpito nel travertino. Al centro, Diana appare fiera, con il volto rivolto verso il mare e l’arco della caccia tra le mani, mentre ai suoi piedi la ninfa Aretusa si trasforma in fonte d’acqua, nel tentativo di sfuggire al dio Alfeo.
La composizione è un tripudio di movimento e potenza: l’acqua scorre come il respiro del mito, mentre le figure di cavalli, tritoni e ninfe sembrano emergere dal passato per rivivere ogni giorno sotto il sole di Siracusa. La statua non celebra solo la dea, ma l’identità stessa della città, nata dal mare e protetta dagli dei.
Simbolo di bellezza e rinascita
Eretta durante il periodo del rinnovamento urbanistico di Siracusa, la fontana rappresentò un momento di orgoglio e rinascita civica. Piazza Archimede, anticamente sede di palazzi nobiliari, tornò a essere il cuore vitale della città grazie a quest’opera che univa classicità e modernità.
La figura di Diana non è soltanto un omaggio al mito greco: è un simbolo femminile di forza e libertà, immagine di una Sicilia che rinasce da secoli di storia e di dominazioni, rivendicando la propria bellezza e il proprio potere creativo.