Il paese catanese che sembra dimenticato ma che custodisce un'antica e incredibile storia
Raddusa, piccolo comune della provincia di Catania, tra campagne, storia antica e una curiosità che sorprende chi la scopre.
Un borgo nato tra grano e pietra
Nel cuore della provincia di Catania, circondato da colline coltivate a cereali e da un paesaggio brullo e silenzioso, sorge Raddusa, un piccolo centro abitato che conserva il fascino delle terre interne.
Le sue origini si intrecciano con la lunga storia della Sicilia medievale: documenti e testimonianze riportano la presenza di insediamenti fin dal Medioevo, con forti influenze legate al dominio arabo e successivamente normanno.
Il nome stesso, secondo alcuni studi, deriverebbe dall’arabo Raddusa o Raddus, a conferma del ruolo che queste comunità ebbero nello sfruttamento agricolo delle vallate. Oggi il paese si presenta con un centro urbano compatto, raccolto attorno alla Chiesa Madre di San Giuseppe, e circondato da una campagna che rimane la sua vera essenza.
Tra montagne e vie dimenticate
Raddusa si colloca in un’area interna della provincia catanese, quasi al confine con Enna e Caltanissetta, in una posizione che lo rende un crocevia naturale tra più territori.
La sua economia storica si è basata sulla cerealicoltura, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “granaio di Sicilia” insieme ad altri centri limitrofi. Questa vocazione ha modellato non solo il paesaggio, ma anche l’assetto urbanistico: strade strette, piazze semplici e una disposizione che riflette la vita rurale di una comunità dedita alla terra.
Pur non avendo le grandi architetture barocche che caratterizzano città come Catania o Acireale, Raddusa custodisce il fascino di un borgo autentico, dove il rapporto con l’ambiente circostante è rimasto quasi immutato nei secoli.