Il tesoro dimenticato dove Palermo conserva segreti di sabbia, geometrie e luce dall’Oriente
Il Museo d’arte islamica di Palermo custodisce reperti unici che raccontano il legame tra Sicilia e mondo arabo.
Una collezione nata da un incontro di culture
Nel cuore di Palermo, all’interno del Castello della Zisa, si trova uno dei luoghi più sorprendenti e meno conosciuti della città: il Museo d’arte islamica. La sua collocazione non è casuale: la Zisa fu infatti costruita dai sovrani normanni nel XII secolo con il contributo di maestranze arabe, diventando simbolo perfetto della fusione tra due mondi che in Sicilia hanno convissuto per secoli.
Il museo nacque nel 1934, raccogliendo oggetti provenienti da collezioni private e da scavi archeologici effettuati in Sicilia e in altre aree del Mediterraneo. Qui si respira un’atmosfera che va oltre la semplice esposizione: ogni reperto rappresenta la prova tangibile di un ponte tra Oriente e Occidente, un filo che lega Palermo alle grandi civiltà islamiche.
I reperti che raccontano un mondo
Le sale del Museo d’arte islamica custodiscono ceramiche decorate, oggetti in bronzo, avori intagliati e manufatti che spaziano dall’VIII al XV secolo. Particolarmente preziosa è la coppa in vetro dorato di Siria, insieme a frammenti architettonici e decorazioni che un tempo adornavano palazzi e moschee. Ogni pezzo riflette l’eleganza e la raffinatezza dell’arte islamica, capace di fondere funzionalità e bellezza con uno stile inconfondibile.
Il percorso museale non si limita a mostrare reperti: offre anche uno spaccato della vita quotidiana, delle tecniche artigianali e delle influenze reciproche tra il mondo arabo e quello normanno-siculo. Palermo, attraverso questo museo, si conferma come crocevia culturale del Mediterraneo, custode di una storia che non appartiene solo alla Sicilia ma a tutta l’umanità.