La baia siciliana che ha nutrito generazioni e custodisce un segreto dimenticato dal mare
La baia di Santa Panagia a Siracusa custodisce i resti di una tonnara che per secoli ha nutrito la città, tra storia, tradizione e segreti del mare.
A nord di Siracusa, lontano dai circuiti turistici più battuti, si apre la baia di Santa Panagia, un tratto di costa che per secoli è stato fonte di vita e di ricchezza. Qui il mare non era soltanto uno scenario suggestivo: era un luogo di lavoro, di fatica e di abbondanza, dove le antiche tecniche di pesca trasformavano il blu del Mediterraneo in sostentamento per intere comunità. E proprio in questo angolo appartato sorgeva la tonnara di Santa Panagia, oggi quasi dimenticata, ma un tempo cuore pulsante dell’economia siracusana.
Una tonnara tra storia e tradizione
Le tonnare siciliane rappresentano uno dei più antichi sistemi di pesca del tonno rosso. Quella di Santa Panagia, attiva almeno dal periodo medievale e rimasta in funzione fino al XX secolo, si inseriva in un sistema costiero di grande importanza strategica. Le massicce strutture in pietra, i magazzini e le abitazioni dei tonnaroti raccontano ancora la vita quotidiana di uomini che passavano mesi interi tra reti, barche e mare aperto. La mattanza, momento culminante della pesca, era un rito tanto crudele quanto vitale: una lotta tra l’uomo e il mare che garantiva il sostentamento economico di generazioni.
Oggi restano tracce silenziose di questo passato: i ruderi della tonnara, i muri consumati dalla salsedine e il ricordo di un’attività che ha segnato profondamente la cultura siracusana.
Un paesaggio che unisce archeologia e natura
La baia di Santa Panagia non è solo un luogo legato al mare e alla pesca. Nei dintorni si trovano importanti testimonianze archeologiche: resti di età greca e romana, cave di pietra e tracce di insediamenti che raccontano di un’area abitata e sfruttata sin dall’antichità. Il mare che oggi appare tranquillo ha custodito per secoli storie di commerci, di conflitti e di resilienza, diventando un mosaico di memoria collettiva.