La dimora poco conosciuta nella Valle dei Templi che cela un enigma tra storia e archeologia
Nella Valle dei Templi, una villa segreta custodisce ipogei antichi e la storia di un archeologo che sacrificò tutto per la sua passione.
Nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, a pochi passi dai colossi dorici che hanno reso celebre la città, sorge un edificio che pochi turisti conoscono: una residenza che intreccia storia, archeologia e mistero. Dietro la sua eleganza sobria si nasconde la figura di un uomo che dedicò la vita alla tutela dei monumenti antichi, trasformando quella casa in un vero scrigno di segreti. È la Villa Aurea, ma per secoli nessuno ha compreso appieno il significato del suo nome e della sua collocazione.
Un rifugio tra i templi
La villa si trova in una posizione suggestiva, tra il Tempio di Ercole e quello di Concordia, quasi nascosta alla vista, immersa nel verde. Costruita nel XIX secolo su preesistenti ipogei di età greca e paleocristiana, fu abitata in tempi moderni dall’archeologo Sir Alexander Hardcastle, figura affascinante e controversa.
Hardcastle, innamorato della Sicilia e delle sue vestigia, trasformò la dimora in un centro di studi e di ospitalità, destinandola a quartier generale per i restauri della Valle. Sotto le stanze della villa si celano ancora ambienti ipogei utilizzati in epoca antica come luoghi di culto e necropoli, che alimentano il fascino enigmatico del sito.
Tra grandezza e oblio
La residenza, che prende il nome dal colore dorato delle sue pareti e forse da un richiamo alla luce aurea del tramonto sulla valle, fu il centro della vita culturale agrigentina agli inizi del Novecento. Qui Hardcastle accolse studiosi e viaggiatori, mentre sovrintendeva ai lavori di recupero dei templi. Ma il destino dell’archeologo inglese fu segnato dalla rovina economica e dalla malattia: morì povero, lasciando la villa al degrado.
Oggi, dopo interventi di restauro, la struttura è sede della direzione del Parco Archeologico della Valle dei Templi e ospita mostre ed eventi. Passeggiare tra le sue stanze significa respirare non solo la grandezza della civiltà greca, ma anche il sogno di un uomo che consacrò la sua vita a riportare alla luce il passato.