Le isole siciliane dove il mare custodisce verità dimenticate e mai raccontate
Le Isole dello Stagnone di Marsala: un arcipelago tra saline, mulini e segreti fenici che il mare custodisce da oltre duemila anni.
Nella costa occidentale della Sicilia, di fronte a Marsala, si estende un arcipelago che sembra sospeso tra mito e realtà: le Isole dello Stagnone. Questo specchio d’acqua, il più grande della regione, è un luogo in cui storia millenaria, natura incontaminata e leggende perdute convivono in un equilibrio perfetto. Un paesaggio fatto di saline, mulini a vento e acque basse che cambiano colore al tramonto, trasformando l’orizzonte in uno scenario surreale.
Un arcipelago fuori dal tempo
Lo Stagnone comprende quattro isole: Mozia, Isola Grande, Santa Maria e Schola. La più famosa è Mozia, fondata dai Fenici nell’VIII secolo a.C., che conserva ancora oggi resti straordinari: mura di cinta, necropoli, templi e un museo che custodisce il celebre Giovinetto di Mozia, una statua marmorea unica nel suo genere.
L’Isola Grande, la più estesa, è caratterizzata da saline e mulini che evocano l’antica tradizione della raccolta del sale. Santa Maria ospita ruderi e testimonianze di vita monastica, mentre Schola prende il nome da una scuola di retorica che, secondo la tradizione, sorgeva qui in epoca romana. Ogni isola sembra avere una voce propria, un frammento di storia che resiste al passare del tempo.
Un santuario di natura e silenzi
Le acque basse della laguna, protette come Riserva naturale, sono habitat di rara biodiversità. Fenicotteri rosa, aironi, garzette e centinaia di altre specie popolano questo ecosistema unico. La combinazione tra mare, saline e vento regala al visitatore un’esperienza multisensoriale: il rumore delle pale dei mulini, il profumo del sale e il gioco di luci all’imbrunire creano un’atmosfera che resta impressa per sempre nella memoria.