L'incredibile omaggio di Palermo a un uomo che osò cambiare il destino della Sicilia

Il Monumento a Carlo Cottone celebra il marchese di Villahermosa, protagonista delle riforme siciliane e simbolo del riscatto politico di Palermo.

11 novembre 2025 18:00
L'incredibile omaggio di Palermo a un uomo che osò cambiare il destino della Sicilia - Foto: Fabio P./Wikipedia
Foto: Fabio P./Wikipedia
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Un tributo a un riformatore dimenticato

Nel cuore di Palermo, tra palazzi e piazze che raccontano la storia della città, sorge un monumento che molti passano accanto senza conoscerne il significato. È il Monumento a Carlo Cottone, dedicato a una delle figure più influenti del primo Ottocento siciliano. Collocato nella centralissima Piazza San Domenico, fu inaugurato nel 1873 come tributo al marchese di Villahermosa, politico illuminato che lottò per la modernizzazione dell’isola.

Carlo Cottone si distinse come uno dei più ferventi sostenitori della Costituzione siciliana del 1812, ispirata al modello britannico. In un periodo dominato da assolutismo e disuguaglianze, promosse l’idea di uno Stato più giusto, capace di garantire diritti e rappresentanza. Il suo impegno, tuttavia, gli costò l’isolamento politico e la successiva damnatio memoriae, da cui Palermo lo riscattò erigendogli un monumento pubblico.

L’opera e il suo significato

Il Monumento a Carlo Cottone è un capolavoro di sobrietà e forza simbolica. Realizzato dallo scultore Salvatore Valenti, rappresenta il marchese in piedi, con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte e una pergamena nella mano destra — segno della legge e della libertà che aveva contribuito a redigere. Alla base si trovano bassorilievi che narrano episodi salienti della sua attività politica e civile.

La scelta della Piazza San Domenico come collocazione non fu casuale: si tratta di uno degli spazi più importanti della città, sede di altri monumenti dedicati ai grandi protagonisti della storia siciliana. Qui Cottone è ricordato non come un eroe militare, ma come un uomo di idee, un riformatore che immaginò una Sicilia più equa e moderna.

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