A Palermo c'è un borgo tra mare e colline dove il tempo sembra essersi fermato

Un angolo nascosto della costa palermitana

C’è un punto, lungo la costa che da Cefalù si spinge verso est, dove il ritmo del mare rallenta e l’aria profuma di limoni e salsedine. È Sant’Ambrogio, una frazione che pochi conoscono davvero ma che, una volta scoperta, rimane impressa nella memoria. Si raggiunge dopo una breve deviazione dalla statale, e già da lontano si intravedono le case in pietra, adagiate tra il blu del mare e il verde degli uliveti.

Qui la Sicilia non ha perso la sua voce più sincera. Le vie strette del centro, le piazzette silenziose, i panni stesi al sole: tutto restituisce un’immagine ferma, quasi sospesa, di un tempo che altrove è scomparso. La chiesetta di Sant’Ambrogio, che dà il nome al borgo, guarda l’abitato dall’alto come un faro discreto, semplice ma pieno di storia, simbolo di una fede antica che ha accompagnato generazioni di pescatori e contadini.

Il fascino di una vita semplice

A Sant’Ambrogio non ci sono monumenti grandiosi né folle di turisti. E forse è proprio questo il segreto del suo fascino. Qui la vita scorre lenta: il pescatore che ripara le reti al porto, le voci che si alzano dalle terrazze al tramonto, il profumo del pane sfornato nei piccoli forni di paese. Tutto parla di autenticità, di un modo di vivere che altrove sopravvive solo nei racconti dei più anziani.

D’estate il borgo si anima, ma senza mai perdere il suo equilibrio. Chi arriva qui in cerca di pace trova un mare limpido, sentieri che salgono verso le Madonie e una comunità che accoglie senza fronzoli, come si faceva una volta. Ogni angolo di Sant’Ambrogio è un piccolo racconto, e ogni tramonto è una promessa che si rinnova.