Dalle macerie alla rinascita: la chiesa ragusana che la storia aveva provato a cancellare

A Ragusa Ibla, una chiesa rinata dalle rovine del 1693 nasconde un’antica statua miracolosa sopravvissuta al terremoto.

10 dicembre 2025 18:00
Dalle macerie alla rinascita: la chiesa ragusana che la storia aveva provato a cancellare - Foto: Adriano Ingallinera/Wikipedia
Foto: Adriano Ingallinera/Wikipedia
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Nel cuore antico di Ragusa Ibla, dove le viuzze si arrampicano tra case di pietra e prospettive barocche, sorge una chiesa che è simbolo di rinascita e fede. A prima vista discreta, quasi nascosta, la Chiesa di San Rocco racchiude in sé la memoria di uno dei momenti più tragici della storia siciliana: il terremoto del 1693, che cancellò un’intera città per farne nascere un’altra. Eppure, tra le sue mura ricostruite, il passato sembra ancora respirare.

Dalle macerie alla rinascita barocca

La prima chiesa dedicata a San Rocco, protettore contro le pestilenze, risale al XVI secolo. Era una delle più antiche di Ragusa, ma venne completamente distrutta dal sisma che devastò la Val di Noto. Dalle sue rovine, nel primo Settecento, sorse un nuovo edificio, espressione perfetta di quel barocco ibleo che avrebbe reso celebre Ragusa nel mondo.
La facciata, semplice ma armoniosa, si affaccia sull’antico quartiere di San Paolo e rivela uno stile sobrio, privo degli eccessi monumentali tipici delle grandi cattedrali. All’interno, invece, la chiesa sorprende per la sua eleganza: una sola navata, ornata da stucchi e altari laterali, dove si custodiscono pregevoli tele settecentesche e un’atmosfera intima che invita alla contemplazione.

Una chiesa, due anime

La Chiesa di San Rocco rappresenta un raro esempio di continuità tra il passato medievale e la rinascita barocca. I resti della struttura originaria furono infatti inglobati nella nuova costruzione, come a voler unire due epoche in un solo abbraccio. La comunità ragusana la elesse subito a luogo di preghiera e speranza, punto di riferimento dopo la catastrofe.
Ancora oggi, ogni anno, si celebra con grande devozione la festa di San Rocco, che anima il quartiere con processioni, musica e tradizioni che si tramandano da oltre tre secoli.

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