Dove Palermo custodisce una piccola chiesa che il tempo non è riuscito a cancellare
Nel cuore di Palermo sorge la Chiesa di San Giovanni alla Guilla, un gioiello antico che racconta secoli di fede e vita popolare.
Un angolo antico nel cuore della città
Tra le stradine del quartiere Monte di Pietà, strette e tortuose come vene di pietra, si trova la Chiesa di San Giovanni alla Guilla, una piccola costruzione che sembra respirare insieme alla città. Pochi la conoscono davvero, eppure è una delle più antiche testimonianze di devozione popolare a Palermo.
Le sue origini si perdono nel Quattrocento, quando a Palermo nascevano chiese e oratori quasi a ogni angolo, spinti dalla devozione e dall’orgoglio dei quartieri. Il nome, “alla Guilla”, non è casuale: pare che in passato, poco distante, scorresse una piccola sorgente d’acqua che rinfrescava gli abitanti e dava vita al vicinato. Di quella fonte oggi non resta traccia, ma bastava immaginarla per capire quanto la chiesa fosse intrecciata alla vita di tutti i giorni — un posto dove si pregava, sì, ma dove ci si fermava anche a parlare, a bere, a vivere.
La facciata, con la sua pietra chiara e spoglia, non ha bisogno di ornamenti: parla da sé. Poche linee, una porta grande e severa, e quella sensazione familiare di quando si entra in un luogo rimasto uguale per secoli, immobile mentre tutto intorno cambiava.
Tra fede e quotidianità
All’interno, la chiesa si presenta sobria ma autentica, con un’unica navata e altari laterali in cui ancora si avverte la devozione dei secoli passati. Le tele e le sculture che ornano le pareti — alcune di autori ignoti, altre di artisti locali — parlano di un tempo in cui la fede era intrecciata alla vita quotidiana, senza barriere né formalità.
Nonostante le sue piccole dimensioni, San Giovanni alla Guilla ha avuto un ruolo importante nella vita del quartiere. Era il punto d’incontro di artigiani, mercanti e famiglie che, tra un lavoro e l’altro, trovavano qui uno spazio di raccoglimento. Persino nei periodi di abbandono, quando le porte rimasero chiuse e la polvere copriva gli altari, la gente del posto continuava a nominarla, come si fa con una persona di famiglia.