Il duomo che riscrisse il destino di una città: la rinascita di Ragusa dopo un'avvenimento assurdo
A Ragusa, il duomo di San Giovanni Battista è il simbolo della rinascita dopo il terremoto del 1693: fede, arte e luce in un solo respiro.
Quando nel 1693 la terra tremò, la Sicilia sud-orientale si ritrovò in ginocchio. Ragusa, come gran parte del Val di Noto, fu distrutta quasi completamente. Dalle macerie, però, nacque una nuova città e con essa uno dei suoi simboli più riconoscibili: il duomo di San Giovanni Battista.
Più che una chiesa, è la testimonianza viva della volontà di rinascere. Oggi domina Ragusa Superiore con la sua facciata monumentale, il campanile che si staglia nel cielo e una storia che si intreccia con quella stessa forza che i ragusani hanno sempre avuto: ricostruire, anche quando tutto sembra perduto.
Una rinascita scolpita nella pietra
La costruzione del duomo cominciò poco dopo il sisma, quando la popolazione decise di abbandonare la parte più antica della città (l’attuale Ragusa Ibla) per edificare un nuovo centro urbano in collina. La chiesa, iniziata nel 1694 e completata nel 1778, fu progettata per diventare il cuore della nuova Ragusa.
La facciata è un inno al barocco siciliano, ma senza eccessi: linee equilibrate, colonne slanciate, un portale in pietra locale che cattura la luce in modo diverso a seconda dell’ora del giorno. All’interno si apre una navata ampia, luminosa, dove gli affreschi e gli stucchi dialogano con la luce che filtra dalle vetrate, creando un’atmosfera che è insieme sacra e intima.
Camminando tra i banchi, si avverte quella sensazione familiare che appartiene ai luoghi vissuti: l’odore dell’incenso, il fruscio delle candele, il suono lontano dell’organo.
Il cuore spirituale di Ragusa
Per i ragusani, San Giovanni Battista non è solo un patrono, è una presenza costante. Le sue feste, le processioni e le celebrazioni riuniscono l’intera comunità, che da secoli ritrova in questo edificio il punto di incontro tra fede e identità.
Il duomo custodisce opere di grande valore, tra cui il Crocifisso ligneo del XVII secolo e diverse tele provenienti da chiese distrutte dal terremoto. Il campanile, alto oltre 50 metri, è uno dei punti panoramici più suggestivi della città: nelle giornate limpide, lo sguardo arriva fino alle colline di Modica.