Il mistero che dell’acquedotto romano di Catania: il fiume perduto che ha cambiato per sempre il volto della città
L’acquedotto romano di Catania racconta la storia del fiume Amenano e di un’opera idraulica che ha modellato la città per secoli.
Il percorso invisibile che attraversava Catania
A Catania esistono storie che non si leggono sulla superficie, ma scivolano nel sottosuolo come vene d’acqua dimenticate. L’acquedotto romano è una di queste. Oggi lo si immagina come un insieme di condotti sotterranei, ma nei secoli del dominio romano rappresentò un vero sistema nervoso capace di portare l’acqua dell’Amenano nei punti cruciali della città. Non si trattava di un canale unico, ma di una rete accurata, costruita seguendo criteri tecnici che ancora stupiscono: pendenze calibrate, cunicoli rivestiti e tratti interrati che sfruttavano la conformazione naturale del terreno.
Gran parte di quell’opera, ora nascosta sotto strade e palazzi, segue un percorso che un tempo riforniva case, terme e fontane. Oggi se ne percepisce appena l’eco, soprattutto nei punti in cui l’Amenano riaffiora, ricordando che sotto Catania scorre ancora una storia d’acqua viva. È sorprendente immaginare come per secoli la città si sia sostenuta grazie a un sistema idraulico che, pur invisibile, garantiva continuità a interi quartieri.
Un’opera inghiottita dalla lava ma mai cancellata del tutto
Catania ha dovuto fare i conti più volte con ciò che la natura imponeva. Le colate laviche, soprattutto quelle più distruttive, hanno seppellito tratti dell’acquedotto, inglobandoli come se fossero parte di un paesaggio nuovo. In molti casi i condotti sono stati ritrovati proprio scavando tra gli strati di lava solidificata, confermando quanto fosse resistente la costruzione romana.
L’intervento del vulcano ha però contribuito a cambiare per sempre la gestione delle acque cittadine: la forza delle eruzioni modificò il corso naturale dell’Amenano, costringendo nel tempo a ripensare percorsi e condotti. Nonostante ciò, alcuni tratti dell’acquedotto sono rimasti sorprendentemente integri e oggi rappresentano una testimonianza rara dell’ingegneria idraulica romana in Sicilia.
La città moderna ha inglobato tutto questo senza quasi accorgersene. Eppure, sotto i passi dei catanesi, sopravvive un sistema che per secoli ha dettato il ritmo della vita quotidiana, distribuendo acqua a una comunità che cresceva insieme alla sua rete sotterranea.